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I passeri di Maglie, storia di un paese e dei suoi abitanti

Gli abitanti di Maglie sono chiamati pàssari (passeri) sinonimo di semplicioni, per via del solito aneddoto che li ha per protagonisti.

Si racconta, dunque, che i contadini magliesi erano tormentati da un’invasione di pàssari nei loro campi che distruggevano i raccolti. Così, di comune accordo, i Magliesi decisero di innalzare con scràce e scuérpi (rovi e sterpi) una barriera sul bordo superiore dei muri di cinta per evitare l’ingresso degli uccelli.

Piazza Aldo Moro (Fonte: wikipedia)

Piazza Aldo Moro (Fonte: wikipedia)

Malgrado questo formidabile lavoro di fortificazione, i volatili continuavano liberamente ad invadere gli orti e a proseguire indisturbati la loro opera.
I contadini, non riuscendo a darsi una spiegazione e preoccupati per i loro raccolti, non facevano altro che parlare della questione dei pàssari finendo con l’essere chiamati essi stessi in tal modo.

I Magliesi, tuttavia, per difendersi da questo ridicolo epiteto, modificarono l’aneddoto a loro vantaggio, raccontando che Pàssaru era il nome di un bizzarro cavallo che più di una volta era riuscito a scappare causando ovunque gravi danni. Così per evitare il ripetersi dell’inconveniente, il padrone fece costruire l’entrata del recinto con sterpi e rovi.
Nessuno, però, credette alla controstoria, e il beffardo li passeri de Maje è rimasto attaccato come gramigna.

Il nome della cittadina ha fatto nascere in passato non poche controversie tra gli studiosi. Per alcuni deriva da Magalia termine punico che significa casale. Altri, seguendo le teorie fantasiose del frate casaranese Tasselli, hanno voluto vedere un collegamento tra il nome e lo stemma civico rappresentato da tre anelli uniti come in una maglia.

Tutte tesi smentite dai moderni studi, secondo i quali il nome Maglie deriverebbe dal termine mal, che significa altura. Si tratta quindi di un oronimo, come nel caso di altri centri salentini ( Matino, Monteroni, Montesano, Montesardo), che pur trovandosi in territorio pianeggiante includono nel proprio toponimo il significato di una conformazione geografica che non esiste realmente.

Il nome della città compare già nei testi medievali: da un duecento-trecentesco Malle si passò ai quattrocenteschi curiali Mallie, Mallia, Mallye, Malie, e infine Maglie, il nome attuale.


BIBLIOGRAFIA:

testo tratto da “Agenda di Babbarabbà 1997. Soprannomi paesani nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto tra storia e fantasia” – supplemento del “Quotidiano” dicembre 1996, pagg. 166-168 (Arti Grafiche Mondadori), A cura di Antonio Maglio


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