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I “Taddei” di Morciano

Se non siete del Salento, ma avete avuto modo di visitarlo, saprete sicuramente che tutti i paesini dell’estremo sud hanno un soprannome scaturito da episodi particolari del suo passato.

Molti di questi episodi sono legati agli scontri contro I turchi avvenuti alla fine del XV secolo, i quali hanno visto protagonisti semplici contadini che, puntando sulle debolezze del nemico, hanno saputo usare l’astuzia come migliore arma di difesa.

Detto questo, dovete sapere che il soprannome dei Morcianesi  è “Taddùti”, dove il termine è utilizzato nel dialetto locale per indicare l’escrescenze delle piante di cipolla (taddei per l’appunto) che si sviluppano se non vengono raccolte.


Queste protuberanze sono molto strane, alte fino ad un metro e mezzo con un struttura sferica sulla superficie (che in realtà dovrebbe essere il fiore della cipolla stessa). Le campagne di Morciano erano ricchissime di coltivazioni di cipolle a tal punto da poter essere utilizzate come strumento di difesa contro gli eserciti nemici.

Infatti, durante una delle molteplici scorribande dei pirati saraceni nell’entroterra salentino, tutti coloro che erano sprovvisti di zappe, vanghe o qualsiasi altro oggetto potesse essere utilizzato come un’arma, si rifugiarono tra i “taddei” per nascondersi dal nemico. I pirati che gli avevano inseguiti si spaventarono alla vista di queste vaste estensioni di “mazze”. Molto probabilmente avranno pensato che potesse trattarsi di una qualche forma di imboscata con nuovi  tipi di armi e sono corsi via a gambe levate. Nonostante l’ingegno, I morcianesi  furono marchiati, e lo sono ancora, con il termine  “taddùti”.

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA:
“Agenda di Babbarabbà 1997. Soprannomi paesani nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto tra storia e fantasia” – supplemento del “Quotidiano” dicembre 1996 (Arti grafiche Mondadori) a cura di Antonio Maglio


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