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La bicicletta: regina della strada

Uno dei mezzi che assicurano di godere a pieno delle bellezze del salento è senza ombra di dubbio la bicicletta. Non a caso sono molto frequenti le manifestazioni che, nel corso dei periodi primaverili, ricorrono al biciclo per attraversare i luoghi di maggiore interesse del patrimonio salentino. Per non parlare degli innumerevoli percorsi cicloturistici presenti ormai ovunque sul territorio.

Ma come è nata la bicicletta? Per coloro che fossero interessati proponiamo di seguito un breve resoconto scritto da Francesco Accogli.

LA BICICLETTA: REGINA DELLA STRADA

Simbolo di vita e libertà, avvicina l’uomo all’ambiente

di Francesco Accogli

L’estate è sinonimo di vacanze; è la stagione delle piacevoli passeggiate; delle lunghe corse e delle faticose gare in bicicletta. Personalmente attendo con piacere l’estate, nonostante sia la più calda delle quattro stagioni, perché tiro fuori volentieri la mia bicicletta per utilizzarla per una serie di commissioni. L’uso della bicicletta, praticato sin da piccolo, mi ha spinto anche ad interessarmi della sua nascita e della sua storia; ad appassionarmi a questo “primitivo giocattolo” trasformato nel tempo in una vera e propria macchina di poca spesa e di molta utilità.

La bicicletta è stata definita la regina della strada. Non è solo il tradizionale e sempre apprezzato mezzo di trasporto, la bicicletta è divenuta, nel tempo, simbolo di vita e di libertà! E’ un mezzo alternativo all’autoveicolo, per una migliore e più completa fruizione dei centri urbani. Anche perché, l’impiego delle due ruote, oltre a limitare il continuo e preoccupante inquinamento, consente ritmi che avvicinano l’uomo all’ambiente, alle sue ricchezze architettoniche e paesaggistiche. Non c’è più nessuno, oramai, che non conosca l’utilità della bicicletta, eppure ancora molti forse ignorano come e attraverso quali studi e sacrifici i meccanici di oltre due secoli siano riusciti a darci la leggera, elegante e scorrevole bicicletta moderna.

Mi sono permesso, nelle righe che seguono, di ricordare le fasi principali di questa graduale conquista, la cui storia si ricollega a tutta una serie di meravigliose scoperte. La bicicletta, come è noto, è un’invenzione piuttosto recente. L’antenato universalmente riconosciuto del primo mezzo individuale di locomozione è il celerifero, figlio della Rivoluzione francese (1789), meglio definito “veicolo a due ruote in linea a propulsione umana equilibrata”.

Nel 1791 il giovane conte Mède de Sivrac costruì il primo veicolo a due ruote. Il suo scopo era quello di costruire un semplice giocattolo da usarsi solo per divertimento.

Un altro nobile, Carlo Federico Von Drais (1785 – 1851) perfezionò il “cavallo di legno” applicando al veicolo un manubrio per poterne dirigere la marcia e una sella sulla quale il conducente potesse sedere abbastanza comodamente. Nacque in questo modo il primo biciclo chiamato, “draisienne” o “draisina” (1818), brevettato poi in America nel giugno 1819.

I francesi Pietro ed Ernesto Michaux applicarono nel 1855 due pedali al mozzo della ruota anteriore. E’ considerata questa la vera data di nascita della bicicletta; infatti, premendo coi piedi sui pedali, si imprime il movimento ad un’ampia ruota; questa, aderendo al suolo, produce uno spostamento in avanti.

Le ruote della bicicletta erano state fino al 1845 di legno, talvolta erano cerchiate di ferro. Dopo il 1845 si costruirono ruote metalliche alle quali vennero applicate gomme piene.

Nella bicicletta dei francesi Michaux ad ogni giro di pedali corrispondeva un giro di ruota. Il problema di superare con una pedalata una sempre maggiore distanza si risolse con l’applicazione alla bicicletta della trasmissione a catena. Quest’invenzione fu dovuta ai francesi Guilmet e Mayer che realizzarono fin dal 1868.

Nel 1888 l’adozione delle gomme “pneumatiche”, cioè tubi di gomma gonfiati con aria compressa, è indubbiamente il perfezionamento decisivo al quale si arrivò dopo complicati sistemi di imbottiture ed avvolgimenti escogitati per attutire urti e scossoni. La paternità è attribuita al veterinario J. B. Dunlop; altri contributi seguirono dal francese E. Michelin (1891) e dall’italiano G. B. Pirelli (1892).

Verso il 1900 fu inventato lo “scatto libero” o “ruota libera”. Questo dispositivo permette alla ruota posteriore di continuare a girare anche se il ciclista cessa di pedalare.

La prima bicicletta costruita in Italia è dovuta a Costantino Vianzone di Torino. Nel 1855 seguirono altri modelli e, a Milano, apparve la prima bicicletta costruita da Edoardo Bianchi, che si distingueva dalle altre per snellezza, accuratezza e precisione. E’ la casa Bianchi a darci poi la prima fabbrica degna di rilievo.

Un discorso specifico meriterebbero i più moderni tipi di bicicletta da turismo, da sport (modello uomo e donna) e da corsa. Ci riserviamo di parlarne in futuro in modo dettagliato.


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