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Gli Unàgnuli di Diso

In molti degli stemmi del comune del Salento sono raffigurati degli animali d’allevamento che dimostrano e testimoniano il passato economico del paese. Lo stemma di Diso ad esempio, rappresenta un agnello, simbolo di una fiorente attività di allevamento di ovini (oltre che dalla nota valenza Cristiana), nonchè protagonista di un aneddoto simpatico e divertente, legato ad un prete e all’organo della chiesa parrocchiale.

…Torniamo indietro nel tempo di molti molti anni, fino al giorno in cui un intero paese si preparava a festeggiava l’arrivo delle principali autorità ecclesiastiche del luogo per l’inauguraizone dell’organo della chiesa parrocchiale.

Il parroco della suddetta chiesa non stava più nella pelle, per lui ricevere degli ospiti così importanti nella sua modesta parrocchia era un evento irripetibile, quasi epocale, e ovviamente desiderava che tutto andasse alla perfezione. La sua ansia e la sua felicità per l’arrivo di quel grande evento erano pari solo alla paura e al terrore di commettere degli errori, che qualcosa potesse andare storto e rovinare quell’unica occasione che forse la vita gli avrebbe concesso di pavoneggiarsi per la bella impressione dimostrata di fronte ai suoi superiori.

Fatto stà, che come nelle migliori delle tradizioni, giunto il momento di celebrare messa e mettere in funzione il fantomatico organo, un evento sconcertante accadde: l’unico uomo del paese in grade di pronunciare le invocazioni dei santi in latino correttamente e che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di cantore durante la cerimonia, scomparve nel nulla, non si sa dove.

Il parroco, ovviamente colto dal panico (e propabilmente in preda ad una crisi isterica per aver visto tutto il suo lavoro andare in fumo nel nulla), non sapendo cosa fare decise di giocarsi il tutto e per tutto: uscì dalla chiesa correndo come un forsennato per recuperare due agnellini; trovati quelli che avrrebbero potuto fare al caso suo li portò in chiesa e li costrinse a belare, in modo da accompagnare il suono dell’organo e non distruggere i suoi piccoli “sogni di gloria”.

Non ci è dato sapere quale fu il responso delle autorità religiose ma sappiamo per certo che quell’evento è tutt’ora vivo nei ricordi di tutti i disini, che vengono ancora additati come gli “unagnuli“, gli agnelli.

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA:
“Agenda di Babbarabbà 1997. Soprannomi paesani nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto tra storia e fantasia” – supplemento del “Quotidiano” dicembre 1996 (Arti grafiche Mondadori) a cura di Antonio Maglio


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