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In corso a Brindisi: L’eredità del Novecento. I capolavori della Collezione Mazzolini

Il Salento ospita la Collezione Mazzolini, un percorso che illustra l’evoluzione storia dell’arte contemporanea italiana.

Giulio Carlo Argàn sosteneva che l’arte apprezzabile del Novecento era l’arte metalinguistica, che chiamava il lettore a riflettere. Il percorso espositivo brindisino, è nato con l’intenzione di portare il fruitore a rileggere, riflettere e rivivere fasi più significative della storia dell’arte contemporanea.
In questa occasione, lo scenario della cultura artistica italiana del Novecento è racchiuso all’interno delle sale espositive di Palazzo Granafei Nervegna di Brindisi. Il cinquecentesco contenitore culturale ospita dallo scorso 26 ottobre e fino al 28 gennaio 2010, la mostra “L’eredità del Novecento, I capolavori della Collezione Mazzolini”, ideata e curata dal giovane studioso brindisino Teodoro De Giorgio.


La collezione raccoglie un gran numero di opere, circa 899 tra dipinti, disegni e sculture di artisti che hanno segnato l’arte del ‘900 italiano. I promotori dell’iniziativa sono il Comune di Brindisi e la Diocesi di Piacenza-Bobbio; nel 2005 l’allora proprietaria della collezione, Rosa Domenica Mazzolini, dona l’intera raccolta d’arte, fondata dal medico Giovanni Battista Ettore Simonetti, alla Diocesi piacentina, con l’intento di non smembrare la collezione, e di assicurare ai posteri una maggiore visibilità di questi capolavori.
Se diamo uno sguardo al linguaggio figurativo dell’arte italiana del secondo decennio del XX, ci accorgiamo, che in quei tempi, artisti e intellettuali, sentono l’esigenza di mettere un bavaglio alle sconvolgenti avanguardie della prima ora, che a seguito del drammatico evento bellico, hanno scomposto il significato e i valori della forma.
Le esperienze editoriali della rivista romana Valori Plastici, e quella milanese Novecento aprono le porte ad un nuovo pluralismo figurativo che si risolve nella pubblicazione di altri manifesti programmatici, e nella formazione di correnti artistiche che dalla Metafisica di De Chirico, si diramano al Novecento Italiano di Carrà e Sironi, passando da Corrente rappresentata da Cassinari, Birolli e Morlotti, dall’Astrattismo scultoreo di Arp, dal Realismo Esistenziale allo Spazialismo di Lucio Fontana e Capogrossi, fino all’Informale dei fratelli Arnaldo e Gio’ Pomodoro.
Accanto a questi grandi maestri, in collezione sono esposte le opere di Filippo De Pisis, Ottone Rosai Carlo Carrà, Virgilio Guidi, Piero Manzoni, Arturo Tosi, Ercole Pignatelli, Enrico Bay, Mino Maccari, Emilio Scanavino, tutti artisti che hanno vissuto le contraddizioni del grande “secolo breve”.
Il percorso espositivo consta di 120 capolavori, i quali, disposti in spazi adeguati, sottolineano la raffinata peculiarità degli ambienti. Il buon gusto della fruizione, è dovuto anche ad una sapiente ed appropriata illuminazione, affiancata da un’opportuna selezione di suoni che accompagnano il visitatore. L’utilizzo di filmati interattivi, che indagano sul modus operandi degli artisti presenti in mostra, pone l’attenzione su “come nasce un’opera d’arte”.
In mostra, inoltre, per facilitare la comprensione e un maggiore coinvolgimento delle variegate tipologie di pubblico, sono presenti dei pannelli didattici,e in aggiunta, brani di lettere e di interviste agli artisti e ai collezionisti.
L’interazione tra suoni, filmati e parole, aiuta a comprendere, prima di tutto, la formazione e l’alto valore storico artistico di questa importante collezione, e in secondo luogo, questo servizio didattico diversificato,rende maggiormente scorrevole, anche ai non addetti ai lavori, la percezione dell’opera d’arte contemporanea.

Giuseppe Arnesano


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