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Nzacareddhre e Zigareddhre: I colori, la cura delle malattie, il legame con i Santi

Dio vede e provvede”. Dio e la sua lunga schiera di Santi. Uno per ogni malattia…

Sant’Antonio Abate protegge contro ogni tipo di contagio e soprattutto contro il fuoco di Sant’Antonio; Sant’Apollonia viene invocata per il mal di denti; San’Eustachio protegge dalle patologie all’intestino. Contro le malattie nervose, la rabbia e la follia si invoca Sant’Acario di Noyon, il patrono dei caratteri difficili; Santa Marina per l’itterizia…

Secondo la medicina popolare, le malattie provenivano da forze malefiche svegliate dall’invidia, dal malocchio o dall’ira divina per i peccati commessi da noi poveri mortali.

Il malato poteva sperare nell’opera di un guaritore dotato di “fluido benefico”, o di un mago  che, con sortilegi, erbe e amuleti, poteva riuscire a mandar via il malocchio.

Ma se il medico, il mago o il guaritore fallivano nella loro impresa, al povero non rimaneva che invocare con fede e fiducia l’intercessione di qualche Santo Taumaturgo specializzato nella guarigione del suo malessere…

Secondo la dottrina medica elaborata nell’antica Grecia da Ippocrate, la salute o la malattia dipendono dalla giusta mescolanza di quattro umori fondamentali: il sangue, che deriva dal cuore, il flegma, che deriva dal cervello, la bile gialla, che deriva dal fegato e la bile nera che deriva dalla milza. Con le loro misture, questi quattro umori determinano le complessioni, i temperamenti, le disposizioni, insomma le qualità fisiche e mentali dell’uomo: sanguigno, flemmatico, collerico e melanconico

La teoria degli umori è stata concepita da Ippocrate di Coo. E’ considerata il più antico tentativo di fornire spiegazioni eziologiche all’insorgenza delle malattie, lontano da qualsiasi concezione superstiziosa, religiosa o magica.

 

Zigareddhre colorate

Zigareddhre colorate

Secondo questa teoria, l’organismo è  costituito da quattro elementi principali: la milza, dove ha sede la bile nera; il fegato dove ha sede la bile gialla; il cervello, sede del flegma ed infine il cuore, sede del sangue.

Un organismo sano  è un organismo in cui questi quattro elementi funzionano  in modo  equilibrato, mentre il prevalere dell’uno o dell’altro causerebbe la malattia o caratteri, temperamenti eccessivamente marcati:

-Il malinconico; con eccesso di bile nera, è magro, debole, pallido, avaro e triste ( permettetemi di ricordare qui il malinconico per antonomasia, Baudelaire e il suo emblematico Spleen);

-Il collerico, con eccesso di bile gialla, è magro asciutto, di bel colore, irascibile, permaloso, furbo, generoso e superbo;

-Il flemmatico, con eccesso di flegma, è grasso, lento, pigro e sciocco;

-Il sanguigno, con eccesso di sangue, è rubicondo, gioviale, allegro, goloso e dedito ad una sessualità giocosa.

Nella tradizione si è così creata una corrispondenza tra i colori e  i disturbi fisiologici degli esseri umani.

Una tradizione in cui la religione non si è fatta da parte, e nel legame malattia/colore, ci infila anche il Santo.

E’, questa, una tradizione e un’idea molto sentita e presente nella cultura popolare Salentina.

“Si ha il colorito giallo dove si conoscono bene le malattie epatiche”

Un povero malato di fegato, non poteva che sperare nell’intercessione di Santa Marina, da sempre invocata per la cura dell’ittero (la patologia si manifesta con la colorazione giallastra della pelle, delle sclere e delle mucose causata dall’eccessivo innalzamento dei livelli di bilirubina nel sangue – un pigmento di colore giallo rossastro contenuto nella bile)

E’ scontato che la teoria degli umori non sia una teoria scientifica, “eppure l’idea che vi sai un legame tra la funzionalità epatica il colorito giallognolo e il temperamento collerico degli ammalati è ormai scientificamente notoria”.

E si svela cosi il legame tra il colore, la malattia e i Santi.

Il giallo, infatti, è  il colore della nzacareddhra o zigareddha di Santa Marina.  Cosi come ogni Santo ha la sua: San Donato rossa, San Rocco azzurra o verde. “La zigareddha è un nastrino di stoffa colorata, lunga circa un metro  e larga meno di un paio di centimetri”.

Questi nastrini ornavano la statua del Santo portato in processione, oppure

“ Si soleva a acquistarla davanti al santuario in segno di devozione, destinata poi ad essere tenuta legata al collo al polso o fra i capelli per tutta la durata della visita al Santo.”

L’etimologia del termine deriverebbe da “zingaro”. In passato, gli zingari erano spesso presenti alle fiere di tutte le grandi feste patronali con bestiame e attrezzi di lavoro, con il loro abbigliamento tipico, fatto di brandelli di stoffe di tutti colori.

Dal piano simbolico e terapeutico invece, De Martino parla di “simbolo cromatico evocatore: la zigareddha veniva strofinata e tenuta al contatto della statua del Santo quasi ad assorbirne le virtù terapeutiche”

Ma le zigareddhe erano presenti anche nella tradizione del tarantismo: le tarantate erano molto sensibili ai colori. Durante i rituale di liberazione dagli effetti del morso, in preda al tumultuo dei sensi, le povere donne aggredivano persone che indossavano vestiti o capi della tinta che le eccitava.

“Un giorno, un invasato si è arrampicato sull’altare e di lassù urlava: vede nella folla di malate una ragazza vestita di rosso, e si butta giù a capofitto su di lei, a rischio di ammazzarla. Ma aveva visto il suo colore e doveva toccarlo, per guarire. Ma già – continua imperturbabile il mio ometto – ogni malato ha il suo colore, quello della tarantola che lo ha morsicato.”

M. Brandon Albini, Viaggio nel Salento, Edizioni Kurumuny, Calimera, 2010

Durante il rito venivano utilizzate delle zigareddhe per riuscire a individuare il colore odiato dalla tarantata. Era un modo per aiutarla a guarire. Le zigareddhe venivano agitate intorno alla tarantata dai suoi parenti. Una volta individuato il colore, la zigareddha veniva stracciata e ridotta in brandelli e gettata via. Si credeva fosse un modo per  uccidere la taranta, il ragno velenoso artefice del morso.

Malattie, colori e guarigioni. Magia, Religione e Scienza. Certo è che i colori si abbinano a determinate personalità, e nella vita di tutti giorni ci accorgiamo che spesso favoriscono o contrastano un certo stato d’animo, ricorrono spesso ad aiutare il corpo e la psiche a trovare il loro naturale equilibrio e avrebbero effetti psichici e fisici in grado di stimolare il corpo e calmare certi sintomi…

Ma c’è anche chi sogna, prega e invoca il Santo che fa al caso suo e miracolosamente guarisce.. o chi più semplicemente si affida ai progressi della medicina… a voi la scelta!

Sandra Sammali

BIBLIOGRAFIA:

Annu Novu Salve Vecchiu, Vantaggio Edizioni, ed. n. 16, Salve, 2006.

ALBANI P., DELLA BELLA P., BUONARROTI B.,  Forse Queneau: enciclopedia delle scienze anomale, Zanichelli, 1999. P. 414.

SITOGRAFIA:

Notte di San Rocco.it

Wikipedia- Teoria umorale


2 commenti su “Nzacareddhre e Zigareddhre: I colori, la cura delle malattie, il legame con i Santi

  1. francesco lopez y royo ha detto:

    importante leggere anche: FESTE DEVOZIONI E RELIGIOSITA’ di Vito Orlando edizioni Congedo Editore Galatina 1981
    IL BASSO SALENTO RICERCHE DI STORIA SOCIALE E RELIGIOSA di Salvatore Palese edizioni Congedo Editore Galatina 1982

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