Due giorni di eventi legati all’archeologia del Salento
Sarà presentato venerdì 17 febbraio prossimo, presso la sala convegni della Biblioteca comunale di Tuglie, il volume “Archeologia del Salento. Il territorio di Salve dai primi abitanti alla romanizzazione”, a cura di Nicola Febbraro, edito da Libellula Edizioni.
All’evento culturale prenderanno parte gli autori Nicola Febbraro e Marco Cavalera, e l’attore Michele Bovino che interpreterà alcuni brani del libro in corso di stampa “Favoloso viaggio nel tempo”, di N. Febbraro.
Il volume, 308 pagine corredate da un ricco apparato fotografico a colori, offre un quadro della frequentazione umana della penisola salentina a partire dalle origini fino alla romanizzazione, basato sulla consultazione di un cospicuo e aggiornato apparato bibliografico, d’archivio e su ricerche territoriali dirette.
L’autore inizia l’affascinante viaggio nello spazio e nel tempo a partire dalle prime fasi della Preistoria (Paleolitico inferiore).
Il lettore viene condotto in una sorta di viaggio nel tempo nelle diverse fasi della Preistoria salentina, soffermandosi con particolare attenzione sul passaggio dell’Uomo di Neanderthal nel territorio di Salve, attestato nella celebre Grotta Montani e sporadicamente sul pianoro di Spigolizzi.
L’Uomo Sapiens, protagonista di questa fase, ha percorso in lungo e in largo il comprensorio del Capo di Leuca e, in territorio salvese, ha lasciato segni significativi del suo passaggio, tra cui un’interessantissima pietra incisa, rinvenuta presso il riparo sottoroccia di località Sorgente Pozziche.
Lasciato alle spalle il Paleolitico, Febbraro ci introduce nella nuova età della pietra, ossia il Neolitico (letteralmente “età della pietra nuova”), fase in cui l’uomo inizia a coltivare la terra, ad allevare il bestiame e a sfruttare nuove materie prime come l’argilla e l’ossidiana.
Le scoperte archeologiche più importante degli ultimi decenni sono datate all’età dei Metalli e sono relative a dei tumuli cultuali e funerari, ubicati in località Macchie Don Cesare e Montani.
I capitoli successivi riguardano l’età messapica e romana nel Salento, con particolare riferimento al territorio di Salve.
L’insediamento messapico più noto della zona è quello individuato presso il pianoro adiacente la Masseria Fano e limitrofo all’omonimo canale. L’abitato, in età arcaica, fu racchiuso da un’imponente cinta muraria, di cui attualmente si conservano labili tracce.
Poco distante dalla località Fano, in un fondo denominato Terramascia, è stato rinvenuto un tesoretto monetale che constava – in origine – di circa un centinaio di monete provenienti da diverse città greche e magnogreche, databili tra la seconda metà del VI secolo e il III secolo a.C. Ed è a partire da questo ultimo secolo che ha inizio il processo di romanizzazione della penisola salentina, culminato nel I secolo a.C. Nel territorio di Salve e dintorni i Romani hanno lasciato evidenti tracce del loro passaggio. Sono state individuate, tra l’altro, alcune fattorie rustiche, una fornace per la produzione di laterizi in terracotta, un’epigrafe funeraria relativa ad una necropoli e un approdo portuale nella località costiera di Lido Marini.
Il linguaggio semplice, divulgativo e comunicativo, ma sempre rigorosamente scientifico, rende piacevole e coinvolgente il viaggio nel tempo alla ricerca delle origini del popolamento della Terra del Salento e del comprensorio di Salve.
N. Febbraro, Archeologia del Salento. Il territorio di Salve dai primi abitanti alla romanizzazione, Libellula Edizioni, Tricase 2011, 308 pp.
Domenica 19 febbrario una visita guidata presso i luoghi descritti nel libro
L’itinerario è denominato “Il territorio di Salve dai primi abitanti all’età medievale”.
Il percorso è finalizzato alla fruizione e alla valorizzazione di una parte del ricco patrimonio archeologico del Comune di Salve nel quale, negli ultimi decenni, sono stati effettuate ricerche di superficie e stratigrafiche che hanno permesso l’individuazione di numerosi siti archeologici, la cui età è compresa tra il Paleolitico medio e l’età romana.
L’itinerario proposto dall’Associazione Archès prevede la visita dei seguenti monumenti ad interesse storico – archeologico:
- Grande Specchia Fersini e Pajarone “Malte” (loc. Serra Falitte)
- Pajarone “Trausceddhu”
- Sito archeologico de La Chiusa (insediamento di età messapica) e Canalone dei Fani (grotte bizantine con tracce di affreschi medievali)
- Grotta Febbraro e Grotta Marzo (tracce di disegni neolitici sulle pareti)
- Grotta Montani (con tracce di frequentazione dell’Uomo di Neanderthal)
- Area a tumuli funerari dell’età dei Metalli (località Montani)
- Dolmen Argentina – Graziadei (loc. La Cabina)
Tempo di percorrenza: circa 3 ore
Lunghezza del percorso: circa 10 km
Contatti: Marco Cavalera (340 – 5897632)