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Torrevado in lotta per salvare le sue sorgenti

I cigni bianchi sono tornati. Bellissimi, scivolano leggeri sulle acque dolci, purissime delle “Sorgenti” nelle slide che scorrono sul maxischermo. Acque terapeutiche: sgorgano con forza dai fondali rocciosi, temperatura costante (16° estate e inverno, salinità 1,8 g. per l.). Sin dall’antichità portano il dono della fertilità alle donne che non sono ancora madri. E’ successo l’estate scorsa a una turista di Ancona.

Ora però gli uccelli acquatici rischiano di scomparire, scacciati dai rumori volgari della modernità. Le ferraglie delle pedane di uno stabilimento balneare che senza troppa fantasia si vorrebbe collocare in un luogo mitico, nell’immaginario di milioni di persone sparse nel mondo. E così intere generazioni da quattro anni sono in ansia per le “Sorgenti”. Per una vicenda dettata dalla leggerezza: basterebbe rimodulare il piano-coste del 2002, spostando l’attività più a sud nella pur esigua marina di Morciano di Leuca: forse la rabbia della gente si placherebbe.

Un “pasticciaccio brutto”, per dirla con Gadda, le cui interfacce rimbalzano, grazie al web, ovunque nel pianeta: emigranti e turisti chiedono notizie, incitano alla lotta in un protoganismo ritrovato dopo gli anni del riflusso dalla politica, testimoniato dalle battaglie di questi anni, e dalla partecipazione al dibattito del 16 giugno indetto dal Comitato Pro-Sorgenti in una Piazza Giovanni Paolo II gremitissima, e il cui intreccio di voci, opinioni, analisi, con la rete ha fatto il giro del mondo grazie all’idea del musicista Francesco De Siena.

E’ stata una serata di grande pathos: si sono udite parole commoventi, vere e proprie dichiarazioni d’amore per la propria terra. Morciano, Barbarano e Torre Vado hanno messo da parte l’asprezza della lotta politica (sfumando i contenuti di un manifesto critico con l’amministrazione di centrodestra) per unirsi un unico intento: esorcizzare l’idea blasfema delle “Sorgenti” violate, privatizzate, tentando comunque di coniugare lo sviluppo turistico col rispetto del patrimonio naturalistico e idrogeologico, rivendicando un possesso popolare della bellezza che non si può continuare a svendere al vertice della piramide sociale dai format dettati dal liberismo selvaggio, manco in tempi di crisi e in una zona ad alto flusso migratorio.

Tutto inizia nel 2009: la mattina del 29 giugno, alle 5, Francesco Colella, un personaggio popolare detto ‘Ncicchi Capirizzu, pensionato e “memoria storica” del luogo, trova gli operai dell’impresa “A&C Costruzioni” di Alessandro Trono a posare le passerelle sulle scogliere. Dà l’allarme, arrivano le Forze dell’Ordine, bloccano tutto, nasce il Comitato Pro-Sorgenti, spunta un gazebo e fino a settembre si raccolgono 8471 firme, di residenti e turisti. A ottobre una violenta mareggiata si porta via le pedane. E si passa alle carte bollate. A maggio scorso il Comune è stato condannato dal Tar a pagare 83mila € (la cifra chiesta era superiore) di mancato guadagno per 3 stagioni all’impresa di Taurisano, di cui Trono, hanno detto al dibattito, sarebbe un “prestanome” (dell’imprenditore Pasquale Muccio, che ha già altre due attività turistiche in territorio di Patù). La concessione sarebbe prevista sino al 31 dicembre 2015. Tutto pareva a favore della “A.& C., che infatti affiggeva un cartello per informare che intendeva aprire l’attività nella corrente stagione. Il Comitato però, oltre al dibattito, indice un sit-in il 18 a Torre Vado.

A questo punto il colpo di scena: il ricorso del Comune al Consiglio di Stato sortisce l’effetto di una “sospensiva cautelare” sino al 3 luglio: il sindaco Giuseppe Picci, avvocato, lo comunica fra gli applausi nel corso del dibattito. Intanto la lotta si allarga grazie anche al web e davanti alle acque gelide delle “Sorgenti”, utili anche nella cura delle malattie vascolari, appare la scritta di una ragazza cinese: “Le Sorgenti devono restare di tutti”.  

Serata dunque intensa: davanti agli occhi le immagini in b/n di quello che la marina era prima dell’arrivo del turismo di massa: un paradiso. La notizia che l’impresa era tornata all’attacco è stata accolta con rabbia e lacrime, qui e nel mondo, grazie a Facebook. “Venivamo da bambini a lavorare il lino, il cotone, la canapa per i corredi delle spose – ricorda Colella – scalzi e senza pane. Restavamo la notte per non farceli rubare. Portavamo i cavalli, le pecore, i maiali ad abbeverarsi… Con questa acqua si innaffiavano le coltivazioni nei campi… La strada era fatta di brecciolina, la prima casa qui fu la mia”.

Determinazione nella difesa di un sito naturalistico curiosamente però non censito dal Put. Preoccupato l’avv. Antonio Coppola, presidente del Comitato: “Una volta posate, le pedane non saranno più smantellate, ma troveranno pane per i loro denti…”. Luca Durante, capogruppo dell’opposizione (centrosinistra): “Non è tempo di polemiche, le <Sorgenti> devono restare un bene di tutti”. Cesare Daquino, sindaco di sinistra per 15 anni: “Sarebbe una ferita nell’anima, uno scempio intollerabile: non ce lo meritiamo… Lottiamo uniti”. Antonio Renzo, storico presidente della Pro-Loco, ha annunciato che a giorni a Berlino si proietterà il video <Torre Vado, una favola da vivere>, di Tito Manlio Altomare: “Da ieri sono un uomo ferito. Non è tempo di scaricabarile, ma di combattere: tocca a noi affinchè l’interesse pubblico prevalga su quello di pochi…”. Adele Orlando (centrosinistra): “Sono un bene non solo nostro ma di tutto il Salento: dobbiamo difenderlo”. Gina Negro: “Donne, impegniamoci di più: siamo madri, le <Sorgenti> sono come una creatura”.

Ora ci si chiede cosa accadrà il 3 luglio: qualcuno ipotizza un’altra sospensiva (siamo sotto le ferie), e sotto voce azzarda: “Se riusciamo a prendere tempo sino a fine luglio, la stagione salta e le <Sorgenti> saranno nostre per sempre…”. E i cigni potranno nuotare in pace.

Francesco Greco


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