Protocaos: terapia e teatro
Comunicato stampa “Terapia e teatro”
L’associazione culturale Protocaos Lab, in collaborazione con l’Istituto Gestalt di puglia, avvia per il terzo anno, il laboratorio “Terapia e Teatro”, un percorso ibrido tra psicoterapia e teatro, condotto da Giorgio Colopi, psicologo, arteterapeuta, psicoterapeuta della Gestalt in formazione, attore e regista teatrale, autore di cortometraggi e videoclip.
Il laboratorio si svolgerà tutti i mercoledì dalle 17:00 alle 20:00 a partire dal 7 novembre 2012 e si concluderà a maggio 2013. La partecipazione è aperta a tutti previo colloquio. Per informazioni chiamare il numero 338.9583923 o inviare una mail a protocaos@gmail.com
Nel dettaglio :
Il laboratorio, al suo terzo anno, è uno spazio di ricerca, sperimentazione ed elaborazione di tematiche personali. Si lavorerà sull’uso della voce, la gestione dello spazio, la presenza scenica, l’improvvisazione, l’immaginazione, l’espressività corporea, i blocchi energetici.
Gli incontri saranno seguiti da Giorgio Colopi (ass. Protocaos), psicologo, arteterapeuta, psicoterapeuta della Gestalt in formazione, attore e regista teatrale, autore di cortometraggi e videoclip. Il gruppo è pensato innanzitutto come uno spazio protetto di condivisione: verrà dato ascolto alle storie personali dei partecipanti che saranno “elaborate” in gruppo con l’ausilio di tecniche importate dalla psicoterapia della Gestalt, dalla psicodramma e dal training teatrale. Altre volte si partirà dai testi teatrali con finalità di ricerca e sperimentazione, considerando le arti-terapie nella loro accezione più classica: un mezzo per realizzare potenzialità espressi ve inibite o mai sviluppate.
L’idea di unire psicoterapia e teatro nasce dalle lunghe esperienze fatte in entrambi i contesti, dall’osservazione dei tanti punti di convergenza e dall’intuizione che, in qualche modo, il teatro e la psicoterapia rappresentano l’uno il confine dell’altra. La fisicità, l’evidenza del corpo manca quasi sempre alla psicoterapia che parte dal corpo (pensiamo a Freud) ma si limita alla sola osservazione, non avendo strumenti idonei per integrare fisico e mentale. Si rischia di perdersi nell’iperuranio delle parole a fronte di evidenze corporee anche dolorose come contratture e diversissimi disturbi psicosomatici la cui origine emotiva è ormai fuori discussione.
Noi pensiamo che il corpo e la psiche sono due modi diversi di considerare la stessa cosa, su diversi livelli di complessità, un po’ come un pianoforte e la musica (ct. Vezio Ruggeri). Sull’altro versante, una formazione teatrale “seria” comporta inevitabilmente un lavoro psicologico su se stessi, perché in qualche modo la finzione dell’attore è REALE. Stanislavskij docet. Il teatro ha l’urgenza della credibilità, ma a me piace dire della verità, dettata dall’incontro col pubblico. E’ il famoso paradosso dell’attore: più l’attore sente realmente ciò che sta rappresentando più la sua finzione è efficace. Quando il teatro perde questa profondità psicologica diventa una rappresentazione vuota e sterile. Il gioco del teatro, in conclusione, che si pone ad un livello intermedio tra la realtà e la finzione, permette di sperimentarsi in atteggiamenti nuovi e di realizzare, anche per la presenza del gruppo, potenzialità espressive inedite o mai sviluppate (Ct).