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Gallipoli, se la cultura trascina il turismo

La ruggente estate di Gallipoli scolora nei colori autunnali. La città è ancora colma di turisti. Quest’anno c’è stato il boom di presenze, la città ha retto a stento. Siccome, per sommo masochismo, occorre sempre rovinare qualcosa che funziona, verso la fine della stagione qualcuno ha pensato bene di accoppiare l’alcol alla violenza e così di vietare la movida che richiamava, trend che fu anche dell’estate 2012, migliaia di ragazzi da tutto il Salento. Magari l’input sarà venuto da qualche bacchettone sofferente d’insonnia.

A caratterizzare e accentuare l’appeal turistico di Gallipoli, la cultura, che ha così “trascinato” l’intensità dei flussi, con proposte artistiche di buon livello. Fra cui la mostra di due artisti di fama mondiale: Vito Russo e Luigi Sergi (al Museo Diocesano per tutto agosto) e presso la biblioteca comunale (la Chiesa di S. Angelo detta anche dei Ricchi), nel delizioso centro storico barocco della città bella, tra chiese (da Santa Chiara alla Purità), frantoi ipogei, eccellenze della gastronomia (dal pasticiottino al gelato alla crema blondier) quattro artisti emergenti che, in una collettiva, hanno proposto le loro ultime opere.

Tutti e quattro sono degni di nota, non fosse altro che per la giovane età: proposte artistiche intriganti, molto originali e pregne di futuro quelle di Simone Marzo, Mirella Alessandrelli, Lucio Bentivoglio e Luciana Bianco. Soprattutto quest’ultima, che dipinge sin da piccola, si è diplomata all’Istituto d’arte “Giannelli” di Parabita (Lecce) e poi laureata all’Accademia di Belle Arti di Lecce (col prof. Spanò). Ha vissuto a lungo in Francia (ha sposato un francese, ha due splendidi bambini che, sorride “mi impediscono di lavorare!” ) e sinora si è proposta in varie parti d’Italia e della Francia, da sola e in collettive, destando curiosità e interesse.

La Bianco è anche illustratrice di libri e lavora come restauratrice. Una sua opera, “Bagnante pensosa”, è stata appena apparsa sulla rivista “Puglia mare”. Ma quali sono le peculiarità della sua arte? Si muove nell’ambito di un figurativo che personalizza grazie alla sua sensibilità. Coglie la sensualità della sua terra, con una morbidezza di linee e una solarità che è quella del Mediterraneo e che si sprigiona da ogni tela. Tecnica (oltre ai colori a olio usa anche la sabbia) e passione, scelta dei temi (“Mi piace richiamare il Salento”) che poi risolve con soluzioni del tutto personali che abbagliano con la loro luce verticale, che è quella del Sud e che Luciana Bianco riesce a catturare e fermare sulla tela (nella foto “Il cappello”). Ma pure in “Metamorfosi” e “Cheveaux, cheval” e le altre opere proposte “Vendute!” sorride quando due turisti chiedono notizie dell’opera. Luciana è nata nell’80, quindi ha davanti a sé tutta una vita artistica. La aspettiamo alle prossime proposte. La modestia e la sincerità aiuteranno sicuramente la sua carriera.

 Francesco Greco


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