Mistificatorio terrorismo contro gli ulivi del Salento
E’ la denuncia del Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino e il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento. Sarebbe grave “la sordità” con cui viene ignorato il parere scientifico diffuso dalla Accademia dei Georgofili di Firenze a proposito del disseccamento degli ulivi al solo scopo di fomentare in Puglia e nel Salento “un clima terroristico, che insieme agli olivi minaccia l’intero territorio salentino, la sua economia, i suoi cittadini e la libertà di tutti!”
Difatti l’Accademia ha spiegato che negli ulivi salentini non si riscontra il batterio Xylella nella sua forma genomica fastidiosa e preoccupante dal punto di vista fitosanitario, come evidenziato anche dai ricercatori dell’Università del Salento. L’allarme lanciato sugli organi di stampa e di informazione servirebbe a nascondere in realtà un attacco mascherato al territorio, una specie di assurda “terapia” da “quarantena” propagandata con l’effetto di sterminare nei fatti l’ecosistema stesso! Le Associazioni ambientaliste hanno espresso preoccupazione e richiesto indagini chimiche, fisiche e biologiche per comprendere le ragioni del disseccamento delle cime di alcuni olivi e mandorli nella zona del gallipolino. E non hanno esitato a nutrire sospetti di fronte alla “terapia” imposta come “inevitabile”, consistente nella irrorazione aerea di veleni sul territorio salentino, nel dispiegamento in massa dell’esercito, dotato di lanciafiamme per distruggere gli strati d’erba e di muschio e tutta la preziosa vegetazione spontanea lungo i ‘sipali’, i margini di campi e tratturi, lungo i canali, come il verde pubblico e privato.
Uno scenario apocalittico incomprensibile se si pensa che è priva di fondamento la notizia della presenza del batterio “killer”, sconosciuto nel territorio. Alla infondatezza delle tesi fitosanitarie si accompagnano contraddizioni e anomalie, per es. le olive dalle aree “contaminate” – sostengono i tecnici in convegni itineranti – potrebbero essere asportate, ma non i campioni di rami e di foglie per avviare delle analisi e delle perizie di parte. Si imporrebbe l’“obbligo” di estirpazione degli alberi colpiti, anche se monumentali e vincolati, senza che si conoscano ancora le cause del disseccamento delle loro foglie, peraltro ignorando la forza rigenerativa delle piante, di un ulivo vetusto come di ogni altro albero. Tanto più che ci si avvia verso l’inverno ed il freddo – si sa – rappresenta una cura naturale volta a combattere le parassitosi, in un periodo in cui le piante sono a riposo vegetativo.
Poca chiarezza inoltre sulla massa legnosa che resterebbe a seccare sul campo per poi essere asportata come biomassa e non bruciata sul posto. Si scopre, poi, in questo clima di lacunosa diagnosi, che negli ulivi con alcuni rami disseccati si riscontrano anche insetti xilofagi e muffe-funghi. La soluzione proposta per combattere il fenomeno parassitario non farebbe che aggravare la “contaminazione”, asservendo il settore agronomico alla speculazione della chimica pesante di sintesi in agricoltura al servizio dell’industria, in una terra come il Salento ormai riconosciuta purtroppo terra di morte per la presenza di tumori prima sconosciuti! Prova ne sia il blocco alla frontiera statunitense di numerosi container di olio extravergine di alta qualità, prodotto in Puglia e anche nel Salento, riscontrato altamente contaminato da pesticidi. Sembrerebbe una strategia di intervento preparata da tempo, se si riflette sul significato dei corsi formativi di figure professionali idonee ad imporre e gestire i coercitivi regimi di quarantena per debellare l“alto rischio” fitosanitario. Quanto più si evidenzia con un battage pubblicitario il supposto pericolo tanto più si creano le condizioni artefatte per richiedere finanziamenti pubblici e comunitari per combattere l’epidemia, aggiungendo a danno supposto un danno effettivo e maggiore con interventi di avvelenamento del territorio. In alternativa le Associazioni ambientaliste chiedono di avviare tutte le analisi necessarie presso enti e laboratori indipendenti sui suoli, le acque e le matrici vegetali al fine d’individuare le vere cause del disseccamento e così giungere ad una corretta diagnosi, in relazione anche alle pratiche olivicole industrializzate e poco rispettose delle leggi di natura, intensificando le pratiche di agricoltura biologica e biodinamica.
Non si deve abbattere nessun albero di olivo – si appellano -, anche apparentemente disseccato, ma si deve lasciare il tempo perché reagisca la sua forza vegetativa. Infine dopo aver verificato l’avvenuto disseccamento effettivo della pianta, si deve procedere allo smaltimento in loco della biomassa legnosa per impedire attività di tipo speculativo.
Info: Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino: coordinamento.civico@libero.it , coordinamentocivico@yahoo.it; Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, forum.salento@yahoo.it, http://forumambiente.altervista.org/, forum.salento@libero.it: http:// www.facebook.com/groups/123107425150/.
Paolo Rausa
Articolo già pubblicato su ItaliaExpress
mi auguro che quanto prima si arrivi al clima invernale con qualche nevicata, sarebbe la medicina naturale per tante specie arboree.