Home » Comuni Salentini » Patù » Acqua dalle rocce. Il canale Volito a Patù

Acqua dalle rocce. Il canale Volito a Patù

Un trekking leggero nel canale naturale di Volìto, un’incisione articolata, scavata nell’ultima propaggine della Serra di Vereto, che si dirama in direzione Nord-Ovest / Sud-Est nel territorio comunale di Patù.

Il canale ha origine a circa 2 km da Patù (all’altezza di Masseria Pedone) e termina il suo sviluppo circa 500 metri a sud della località marina di Torre San Gregorio, dopo circa 3 km di percorso. L’incisione si approfondisce di circa 20 metri rispetto al territorio circostante. L’accesso al letto del canale, tuttavia, è reso impervio e difficoltoso dalla presenza di vegetazione spontanea infestante. Inoltre, molti passaggi sono chiusi da recinzioni moderne che cingono proprietà private. Il canale si caratterizza anche per la presenza di numerose piccole liame e pajare, utilizzate fino a qualche decennio fa come riparo stagionale per i contadini e i loro animali e ricovero per attrezzi agricoli. Il suo nome prende origine, probabilmente, da vòlo, vòlu, terra cretacea rosso-ocra tipica del comprensorio del Capo di Leuca.

Canale Volito

Canale Volito, foto di Marco Cavalera

 

Per alcuni tratti il canale è lambito dalla stradina di campagna di Vulito, che collega San Gregorio a Patù. Sul fondo del canale, è tuttora presente un pozzo, descritto dallo storico locale Tasselli già alla fine del XVII secolo: “Un canale tra le terre di San Gregorio e del Marchirello un’acqua la migliore di tutte somministra a tutti da un pozzo che li paesani lo dicono di Olito”. Negli anni ’60 del secolo scorso, Don Vincenzo Rosafio scriveva: “Vicino al mare di San Gregorio, ma non troppo, vi è una sorgente di acqua dolce, trovandosi al di sotto di una roccia, ha una profondità di appena due metri. La sua acqua limpida e diuretica è stata molto usata, specie nel passato. Non manca ancor oggi chi ne faccia uso”. Oggi il pozzo è in stato di abbandono, ma in passato si è trattato di una preziosa risorsa naturale che ha consentito la frequentazione antropica di questo suggestivo lembo di territorio. L’area, attualmente, è sottoposta a vincolo di tutela ai sensi della Legge n. 1497/1939.

Associazione Archès


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *