Mentre a Lecce si discute sulla Xylella a Sagunto (Oria) si eradica
Un convegno organizzato domenica pomeriggio all’Hotel Tiziano di Lecce per rispondere al dilemma: ‘Xylella: sradicare o curare?’. Il focus, come lo chiama l’organizzatrice Federica de Benedetto di Forza Italia Puglia, ha lo scopo di far incontrare ricerca e politica per la difesa del territorio salentino. Perché come riassume lei nell’introduzione: ‘La buona politica non sa solo litigare, ma si pone come obiettivo il bene comune della propria terra’. Le intenzioni sono nobili e ne è prova il fatto che sono stati invitati ad esprimere pensiero e linee di azione gli scienziati che in questi due anni hanno seguito l’evolversi del disseccamento dell’ulivo e politici di entrambi gli schieramenti.
Si tratta di Donato Boscia dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante, CNR di Bari, che illustra lo sviluppo della malattia che si è dilatata da un zona limitata fra Alezio e Gallipoli – a macchia d’olio o di leopardo è una querelle, non l’unica, fra gli ambientalisti convenuti in massa e un altro professore della Università di Bari, Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti, Francesco Porcelli.
Boscia viene chiamato in causa dopo il suo intervento per chiarire che non ha mai parlato di abbattimento di un milione di ulivi, ma di poche migliaia. Sono gli ambientalisti a contestare questa politica di terrorismo ambientale e vegetale nelle parole di Sergio Starace quando enfaticamente e solennemente dichiara: ‘Gli ulivi sono la nostra anima. Noi non permetteremo che sia toccata una sola foglia!’. Due mondi che diffidano, che non si comprendono, quello degli scienziati e degli ambientalisti, ed è un peccato perché è necessaria ‘una strategia unica e condivisa’, come implora Fabio Ingrosso della Copagri di Lecce.
Mentre i politici se la svignano. Lara Comi, vice presidente del PPE e membro della Commissione mercato interno, per prendere l’areo direzione Milano, preoccupata del fatto che il batterio potrebbe espandersi a nord, in Liguria o lungo il lago di Garda. Nel suo intervento pone l’accento sulla innovazione, la ricerca e l’educazione all’acquisto. E’ d’accordo sulla proposta di Gianni Cantele, Coldiretti Puglia, che snocciola i dati economici delle aziende pugliesi coinvolte, il danno presunto, e le richieste allo Stato di sostegno economico ed esenzione delle imposte, dopo la dichiarazione dello stato di calamità fitosanitaria.
Questo è il primo passo ma poi occorre muoversi: questo del fare è il monito che Paolo De Castro, ex ministro e membro della Commissione Agricoltura della Comunità Europea, continua a ripetere. Consapevole dei rischi sul territorio ma ancor più dei provvedimenti che si appresta a prendere la Commissione Europea nella prossima riunione del 27 aprile di messa in quarantena con tutto quello che ne può seguire. Ovviamente depreca la decisione della Francia, inutile e dannosa per l’immagine della Puglia e del Salento nel mondo, e si augura che tutti concorrano con mezzi e azioni ad affrontare e risolvere questa situazione di sofferenza letale per gli ulivi.
Sostiene apertamente le ragioni degli scienziati e il peso diverso che hanno le loro parole rispetto ad un qualsiasi empirico sperimentatore. Accende la miccia e poi scappa anche lui. Non ascolta le decise contestazioni degli ambientalisti, contrapposti anche fisicamente, in una parte della sala, alle misure proposte da parte di Giuseppe Ciccarella dell’Università del Salento che introduce il concetto che la guerra – perché di guerra si tratta dice – si combatte con nuove armi ed espone lo stato delle sue ricerche nel ricorso alle nanotecnologie.
Vito Savino del Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti di Bari invoca tempestività nell’azione e propone una serie di misure di prevenzione e di contenimento della diffusione del batterio, non si spiega come mai sull’esempio di altri paesi l’Europa non si sia ancora dotata di un centro di quarantena.
Il dibattito che si scatena dopo le relazioni scientifiche rimarca ancora una volta la incomprensione fra questi due mondi, mentre l’ulivo muore e il commissario Siletti dà mano alle ruspe. Intanto Legambiente Puglia, Comitato spontaneo Voce dell’Ulivo, D.O.P. Terra d’Otranto (Consorzio di tutela dell’olio extra vergine di oliva) e Aprol Lecce indicono il 16 aprile in ogni comune il ‘Buone Pratiche Day’ per contenere il Co.Di.Ro. (Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo).
Paolo Rausa
Articolo già pubblicato su Italia-Express