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Montesardo-Salve, una “via inutile e pericolosa”

La I repubblica si distinse per tante opere infrastrutturali inutili, “elettorali”, che la classe politica gettava come fumo negli occhi al proprio bacino elettorale. Costose (subappalti), monumenti allo spreco, spesso abbandonate (citiamone una: la piscina di Specchia, in Salento, costata qualche miliardo, oggi fatiscente, e nessuno paga: si dovrebbe introdurre il principio della responsabilità soggettiva).

La III repubblica nata il primo giugno 2018, riuscirà a fare quelle necessarie al paese, ai cittadini, allo sviluppo?

Nel frattempo, occupiamoci – su sollecitazione dei cittadini – di un’arteria fra le più assurde, nata negli anni Ottanta, spianando un bel po’ di uliveti e di terra fertile “consumata”: la Montesardo-Salve, 5 km che corrono paralleli alla vecchia via, deserti tutto l’anno, o quasi. Voluta da un assessore provinciale ai LL. PP., nacque nonostante l’opposizione, spesso fisica, dei contadini che ebbero i loro fondi spaccati in due: uno scempio delirante.

Strada Montesardo – Salve

Così, oggi esistono due vie, la vecchia e la nuova, che si fiancheggiano: una cosa surreale.

Una cappelletta di campagna della Madonna del Buon Consiglio (festeggiata a fine maggio dalla gente di Montesardo) si ritrova così fra le due strade. E nel ramo fra Ruggiano e Salve, piloni altissimi ficcati negli uliveti.

Una strada pericolosa, sia perché scarsamente illuminata, e sia perché le auto in transito calcano troppo l’acceleratore e quindi necessiterebbero – dicono i cittadini che con le loro famiglie vi si affacciano – dei dissuasori di velocità.

Che almeno i bambini giochino in pace.

Francesco Greco


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