FIABE. Che bello vivere a Felicità, dove i bruchi sono innamorati
Che bello vivere a Felicità! E’ un paesino felice, poiché gli animali del bosco vivono tutti insieme, si vogliono bene come una grande famiglia.
L’allegoria non ha bisogno di eccessive decodificazioni: Felicità è l’isola che non c’è ma che tutti cerchiamo, la città del sole, l‘utopia fatta realtà. Il mondo che tutti vorremmo, dove ognuno dà a seconda delle sue capacità e riceve in rapporto ai suoi bisogni.
E’ il concept sottinteso, quanto seducente, de “Il bruco innamorato”, di Monica Sabella, Monetti Editore, Taranto 2018, pp. 28, euro 15,00, con deliziose illustrazioni di Concetta Sabella-Borlizzi (lavoro alle bozze di Consuelo Dressa-Sabella), presentazioni in progress: Casarano, Patù, Alessano, ecc.
Ancora un altro lavoro, pregevole e prezioso, della giovane scrittrice pugliese (sposata con Carlo, due bambine, Karol e Alessia, un fratello responsabile dell’informatica in Mondadori, un padre, Fernando, instancabile ufficio-stampa e fa l’infermiera al Distretto Sanitario di Gagliano del Capo, sud Salento, in grande sintonia con la caporeparto Antonella Preite), che si sta facendo conoscere in tutta Italia e con i suoi racconti, romanzi, fiabe, vince premi un pò ovunque: da Salerno (aprile) a Roma (l’11 luglio), ad agosto a Taranto, ecc.
Meritatissimi: poiché la Sabella ormai ha un’immagine tutta sua, una vena letteraria originale, del tutto riconoscibile e tratta la materia – siano favole, romanzi rosa o racconti brevi – con estrema attenzione ai particolari, ai chiaroscuri, ai moti dell’anima, siano i protagonisti bambini vivaci e curiosi, adulti confusi e pasticcioni, animali antropoformizzati che vivono e si comportano come esseri umani, col cuore grande, relazionandosi fra loro sebbene di specie diverse, rane e volpi, conigli e api, ecc. (e anche questa è una bella allegoria, condivisibile, in tempi di muri, di porti e cuori chiusi).
Scrivere per i bambini è molto difficile: lei ci riesce così bene, ha una grazia e una leggerezza non comuni. Frutto anche di una sensibilità affinata dalla vita che le ha riservato molta sofferenza, ma che le ha dato una grande apertura mentale e rafforzata la sua scala di valori con la “v” maiuscola.
E dunque, c’era una volta Happy, un bruco carino, vispo, grandi occhi azzurri. I suoi genitori, Patty e Green, lo avevano avuto dopo averlo molto desiderato.
Un bruco un sacco intelligente, che un bel giorno decide di studiare Medicina e mentre è a lezione di anatomia, scoppia un violento temporale, che devasta l’armonia del bosco, sconvolgendo Felicità e i suoi abitanti. Dei genitori non c’è più traccia. Però, in un campo di tulipani, incontra l’ape Celeste, che a sua volta non ha notizie della sua famiglia.
Nonostante tutto, la favola si tinge di rosa e i cuori si aprono alla bellezza e alla speranza nel futuro: fra Happy e Celeste scoppia l’amore, e poi…
Il resto è sul libro valorizzato da disegni dai colori vivaci come l’amore, e come la vita stessa se solo la sapessimo guardare con occhi nuovi, come fanno i bruchi, api, topolini, scoiattoli, i grilli, le rane…
Francesco Greco
Bellissima favola.Complimenti alla scrittrice.