Nuovo Cinema Orlando
E poi alla fine arrivavano sempre “i nostri”.
Al Sud del Novecento contadino in bianco e nero, piaceva tanto sognare a colori, al cinema. Nel Capo di Leuca ce n’era uno in ogni paesino, spesso due, anche tre: a Salve “l’Arca” e il “San Nicola”, Leuca aveva due arene, a Tricase l’”Aurora”, poi il “Moderno” e il “Paradiso”, Alessano l’”Arcobaleno”, Gagliano il ”Diana”, Patù “L’Orchidea”, Presicce il “Villani”, Acquarica “Lory”, Taviano il “Fasano”, ecc.
Alcuni partirono da sale parrocchiali, pellicole pedagogiche. Ma il 68 era nell’aria, il Maggio Francese la scintilla, il mondo stava cambiando, il pubblico voleva storie agganciate alla realtà.
Così i cinema si riconvertivano, o aprivano altre sale diciamo, come accadde ad Alessano, dove un imprenditore (Germano Torsello), fondò l’”Arcobaleno” perché stanco dei film proposti dai preti.
A Morciano il cinema “Orlando” nacque da un’intuizione dei tre fratelli Salvatore, Cosimo e Francesco: il boom economico poggiava su un’economia agricola (famosi i pomodori) su cui si innestavano le rimesse degli emigranti, liberava risorse per le storie sul grande schermo.
Erano gli anni sessanta, si cominciò con i colossal storici (da “Ben Hur” ai “Dieci Comandamenti”, che proposero star come Yul Brinner). I fratelli Orlando erano entrati nel giro delle prime visioni. Il pubblico rispondeva: ogni domenica il tutto esaurito, foto di montagne di biciclette lo testimoniano.
I “peplum”, Sansone, Maciste, Spartaco che si ribella agli imperialisti romani (star era Steve Reeves) richiamavano folle anche dai paesi vicini. Quindi i western-spaghetti con Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Fernando Sancho, ecc. ma girati nell’agro romano. Poi fu la commedia all’italiana, i b-movie (Pierino-Alvaro Vitali, Montagnani, la Fenech).
Nuovi termini irruppero nel lessico quotidiano: cosa mai significherà regia, technicolor, cinemascope, trailer? Quei tempi sono stati rievocati da Antonio Coppola in un racconto emozionante, sublime, che li ha fatti rivivere a chi c’era, che per una sera è tornato bambino. Seduti tra la folla, abbiamo ascoltato il remake dei ricordi: “Ti ricordi Gian Maria Volontè… Rossana Podestà… Silva Koscina… Sordi… Manfredi…”.
Ci andava col nonno, che detestava i “mericani”. Le cui major però producevano un sacco: la Metro Goldwin Mayer, Paramount, Twenty Century Fox, a differenza dei sovietici: c’era il sospetto però che i loro film erano boicottati (ma si produceva ancora di più a Cinecittà).
Il cinema era un rito collettivo, socializzante come una piazza: era fatto di biciclette intrecciate, caramelle, gazose, sigarette al buio, posti in piedi, biglietti ridotti. Ci andavano le famiglie, gruppi di amici. Era una sorta di iniziazione, di appropriazione identitaria. Fu la tv spazzatura con i suoi volgari mentori a disarticolarlo, le telenovelas insulse prima, i grandifratelli e gli amici di Maria dopo distrussero il grande sogno. Sino a oggi, alienazione totale: dove il cinema è diventato un rito privato, freddo, solitario, sterile, da homevideo, pay-tv o sul proprio pc. La negazione semantica del termine (immagini in movimento).
Noi Messapi siamo dei sognatori, ma abbiamo anche un senso pragmatico della vita e del mondo, amiamo le sfide epocali. L’”Orlando” chiuse 33 anni fa (Zucchero provava le canzoni, “A Morciano – diceva – c’è la migliore acustica d’Italia”.
Ha riaperto domenica 16 dicembre con uno spettacolo incredibile durato più di 4 ore, che ha tenuto centinaia di persone ferme alle sedie e che solo un genio barocco come il musicista Francesco De Siena poteva inventare, assemblando vari generi: lirica, pop, blues, canzone d’autore.
Il Comune lo acquistò e nel 2006 (era sindaco Giuseppe Picci, che ha cantato “Margherita”, bravo!) partirono i lavori: demolizione e ristrutturazione. Appena conclusi, con non poche traversie, col dinamico sindaco Luca Durante che ha rievocato i passaggi e simbolicamente dato le chiavi alla popolazione.
Che se n’è appropriata in una serata magica, che resterà a lungo nella memoria di Morciano (e dei suoi emigranti, che lo hanno visto sulle app), a cui hanno partecipato vecchi e bambini.
Il “Nuovo Cinema Orlando” (colmo di luce e di vita, riscaldato, acustica immutata) sarà un contenitore culturale per film, concerti, spettacoli teatrali, cabaret, feste, per una socialità ricca di umanità e di arte finalmente ritrovata.
La serata-evento ha proposto brani di film celebri: da Fellini a Benigni a Tornatore, e tutti gli artisti del paese (gli assenti erano impegnati lontano). Cover immortali di Dalla, Rino Gaetano, Patty Pravo (Fabietto Orlando: commuovente!, “Son tornato dopo 34 anni”). E poi artisti con la a maiuscola: Mino De Santis, il tenore Gianpiero Ruffino, la soprano Marta Nigro, Gaetano Cortese, il piccolo Niccolò De Giorgi, Elisa De Siena (prima liceo, absolute beginner): ha suonato al pianoforte una canzone di Bruno Mars, Gianpaolo Viva, Giovanni Marzo, Gloria Colaci, Tony Nichil, Marco Antonio Romano. Ancora: Alberto e Massimo Costantini, Antonio Manco, il giovane parroco don Biagio, il Coro di Marciano e Barbarano, Gioele Levantaci, il Coro dei Ragazzi (diretto da Alberto Costantini), i solisti Kiko Costantini e Matteo Pisanò, Davide De Giorgi e i Soul Frames, Giovanni Romano, Nichil, Benedetto Ponzo, la Colaci, Matteo Bleve, il Quartetto di Antonio Pepe, Luigi Ferilli, Marco Nuzzello. E ancora: Chiara Vantaggiato e Giuliana Pisanello.
De Siena e Fernando Melcarne hanno curato la regia. Collaborazione: Laura Salerno, Rosanna Conte, Giuseppina Rizzo e Francesca Margarito. Fiori: “Giardino Fiorito”, supporto tecnico “Officine musicali”. Ancora: Antonio De Siena (ha aperto l’evento suonando la colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso di Ennio Morricone), Mirco Lord Wells Nuzzello, Roberto Renna (Sanmatteo), Danilo Schirinzi, Francesco Alfarano, Antonio Pellico, l’Avis, Osvaldo Ferilli e… Morciano tutta! Delizioso il buffet del “Capitano cortese”.
Non poteva, col Natale e San Silvestro alle porte, finire con i calici del “Libiamo, libiamo…” per un brindisi beneaugurante per tutti noi sognatori di paese eredi di Carmelo Bene. Calda standing ovation, l’eco degli applausi è giunta sino al mare di Torre Vado.
Bravi! Bravi! Bravi tutti!
E brava la Morciano dal cuore contadino e operaio, che crede nei sogni, li materializza e si propone quale “capitale” del cinema, la cultura, lo spettacolo, in Messapia, dove accadono le cose…
Ora si pone la questione del dare continuità all’evento, un futuro ben strutturato: trovare i finanziamenti non dovrebbe essere difficile. Un punto fermo, un fulcro già c’è: Francesco De Siena. Chi meglio di lui, serio, appassionato, generoso, pedagogo, eccellente musicista, potrebbe farlo?
L’Orlando rinato sarebbe un punto di riferimento per un’area, il sud Salento, scarsa in quanto a contenitori culturali.
Francesco Greco
E’bello sapere che c’è sotto la cenere degli anni fatti di sogni,illusioni ,frustrazioni,amarezze e arrese ci sia ancora del carbone ardente che , come una volta,riesce ancora ad accendere gli animi del nostro sud. Di tutto questo due cose mi rendono particolarmente felice: La rinascita di un bel simbolo della vita passata come il cinema Orlando e la tenacia un vecchio amico ,compagno di sogni ,Francesco de Siena .Un abbraccio .