Taurisano, la città che ama i libri e Vanini
TAURISANO (Le) – “Dalle solide-tetre carceri/ dell’Inquisizione di Tolosa,/ ansimante-trepidante col cuore in gola,/ ma fermo-fèrreo-incorruttibile/ nelle tue liberal-futuristiche idee,/ attendesti l’assordante frastuono/ del gelido chiavistello…”, da “Vanineide” (il poemetto degli ultimi istanti di vita del filosofo Giulio Cesare Vanini prima di essere arso vivo per le sue idee) di Luigi Di Seclì, giunto alla terza edizione (“Stampe Armida”).
Benvenuti a Taurisano, in Terra d’Otranto, la città (“Santa e atea”) di Vanini, che qui nacque nel 1585 e morì a Tolosa (Francia) nel 1619, quindi siamo nell’imminenza dei 400 anni, e infatti le commemorazioni sono iniziate già a settembre: convegni e dibattiti sul pensiero del filosofo.
“Qui la gente ama i libri…”, sorride Domenica Romano che dirige la biblioteca “Antonio Corsano” (storico della Filosofia, Taurisano, 1899-Roma, 1989), un luogo molto vissuto e frequentato, in via Roma, nel centro antico, a due passi dalla piazza principale.
Offre circa 40mila testi, 4000 solo per i bambini, gli studenti universitari vanno a studiare, i liceali per le loro ricerche e tesine.
Di recente è stata arricchita da due donazioni molto importanti, che infatti riempiono due stanze: quella del prof. Giovanni Papuli, docente all’Università del Salento e studioso del Vanini, e di Francesco Politi Politi, germanista (padre del vaticanista Marco Politi), definito da Donato Valli “un autore nomade”, nato a Taurisano agli inizi dell’altro secolo e mancato qualche anno fa.
Ma c’è anche una rarità: una prima edizione di ”Anphiteatrum aeterna provvidentiae”, l’opera prima del Vanini. Poi diede alle stampe “De Admirandis”, lo scritto per cui finì nel mirino dell’Inquisizione e, dopo il processo “per ateismo” durato due anni, sul rogo: gli strapparono la lingua, fu impiccato, bruciato e le ceneri sparse al vento.
Tutto ciò sarà rievocato il 7, 8 e 9 febbraio, quando, organizzato dal Centro Studi Internazionale sul Vanini e dall’amministrazione comunale, giungeranno a Taurisano (“Patria mia nobilissima…”, la chiamava il carmelitano Vanini) studiosi da tutto il mondo, fra cui il prof. Francesco Paolo Raimondi, docente di Filosofia e il prof. Jean Pierre Cavaillè, docente all’Ecole des Hautes Etudes di Parigi, vaniniano doc.
Francesco Greco