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L’inverno di Anxa

GALLIPOLI (Le) – A cosa serve una rivista di cultura se non a recuperare e ravvivare la memoria e “contagiarne” il dna più profondo e dialettico trasmettendolo alle nuove generazioni, per rafforzarne l’identità, facile preda dell’omologazione al tempo della violenta globalizzazione?

Nei 70/80 le riviste ebbero una mission bifronte: cultura e politica, lo dettava il momento storico dopo il ‘68. Passato il quale si verificò una vera e propria moria: poche sopravvissero.

Passati i furori ideologici e militanti, altre videro la luce. Tra di esse, “Anxa”, l’antico nome di Gallipoli, voce indoeuropea di origine messapica, attestata da Plinio il Vecchio. Che è anche dell’Associazione Culturale Onlus che riunisce la redazione e la manda nelle edicole e librerie da ben 16 anni. E se non è un record poco ci manca, perché ci vuole costanza, umiltà, oltre che un progetto culturale definito.

Vero è che Gallipoli, per la sua fascinosa storia millenaria, offre infiniti spunti di riflessione e analisi: nel Seicento vi si batteva il prezzo dell’olio d’oliva a livello europeo, c’erano le delegazioni degli Stati Europei sparse nei vicoli della città vecchia.

Ha una sua maschera, lu Titoru (il crociato che torna dalla guerra in Terra Santa, e…) e anche un gelato indigeno: alla crema blondier, che d’estate è assai richiesto e la cui ricetta nessuno vi svelerà (le scaglie di cioccolato le vedrete da voi, ma il resto?).

La rivista bimestrale è diretta da Luigi Giungato (“La Città Bastionata gallipolina”) già Preside negli Istituti superiori. Il numero di queste settimane (pp. 64, s.i.p., bella e accurata selezione di foto, Stampa “Tipografia 5emme”) si intitola “Inverno gallipolino” e si sviluppa, come da mission, su due livelli: la storia ricca e sfaccettata della città bella e il contesto storico e politico più ampio del territorio e del Mezzogiorno, fra passato e futuro.

I pezzi sono ben scritti, con acutezza analitica e password divulgativa, le ricerche ben fatte, le conclusioni serie e attendibili. Nell’indice troviamo penne di grido e d’esperienza (da Alessandro Laporta, “Giuseppe Castiglione e la Corografia di Arditi”, a Maurizio Nocera, “Gian Giacomo dell’Acaya”) e new entry, come lo studente Andrea Torsello nel ruolo di storico e ricercatore (“Bartolomeo Prisco: il più antico notaio della Terra d’Otranto”), che già svolge in un’altra bella rivista del suo paese, Alessano, “Controcanto”.

Altri contributi da leggere: Luigi Parisi sul politico socialista Riccardo Lombardi, Giuseppe M. Firrao (“Il Brigantaggio Meridionale”), Francesca Del Moro sulla poesia di Daniela Liviello. E inoltre le firme di: Rita Saba, Cosimo Palese, Amleto Abbate, Giuliana Pisanello, Gino Schirosi, Nino Sansò, Stefano Medvedich, Cosimo Rizzo, Pantaleo Dell’Anna. News su (www.anxa.it).

Francesco Greco


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