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SCIENZA. Cuore, ora sarà più facile curarlo

LECCE – Alimentazione scorretta, stress, alcol, fumo, stili di vita borderline, fra gli altri danni, logorano la membrana che riveste internamente l’aorta. Ma ora sarà più facile intervenire per ripristinarne le funzioni organiche.

Grazie alla formule contenute nella tesi di laurea in Biomeccanica di uno studente salentino, discussa all’Università del Salento (Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi”), eccellenza nel campo delle nanotecnologie.

Era dal XVIII secolo che non si progrediva su questa materia (un piccolo step era stato fatto nel 2006 da scienziati all’Università di Parigi), ma ora c’è il presupposto per la costruzione di una macchina che curi le lesioni interne dell’aorta: i malati di questa patologia assai diffusa (le patologie cardiovascolari sono purtroppo in aumento) hanno un alleato in più.

Fonte: dalla rete.

La tesi, scritta in inglese, si intitola “Asymmetric Equilibria Nested in two Elastic Rings”, e un sostanzioso abstract è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica “Mechanics Research Communications” pubblicata da Springer, che edita i testi di scienziati di tutto il mondo, spesso anche Premi Nobel.

La tesi è stata discussa davanti al prof. Gaetano Napoli, docente dell’Università leccese, altro relatore: il prof. Alan Goriely, collega della Oxford University.

Poi proposta, nel maggio 2018, alla rivista e dopo le rituali, rigorose verifiche da parte del comitato scientifico, a settembre messa on line.

L’autore ha studiato al Liceo Scientifico Tecnologico “Girolamo Comi” di Tricase e dopo la triennale in Matematica, ha fatto la specialistica in Matematica Applicata.

La tesi riflette in maniera originale su alcuni aspetti di bioingegneria scientifica e specificamente sulla “fine elastic theory”. Le conclusioni esposte costituiscono un passo importante per la cura delle malattie cardiovascolari (nello specifico il mitocondrio, una componente delle cellule che produce energia).

Le soluzioni esposte si possono riferire alla cura della disseccazione aortica causata dalla stacco della membrana. E’ quindi scagliata nel futuro e dovrebbe trovare applicazioni in Biologia con la progettazione di strumenti per la cura dell’aorta.

Francesco Greco


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