Storie e Figuri del Salento
«Conducevo quella che la maggior parte della gente definirebbe una vita “normale”, incastrato come una chiavarda monca tra gli ingranaggi arrugginiti di un borgo salentino, popolato da poche anime stanche…» (“Io non sono qui”, Giuseppe Grecuccio).
La paesitudine, o paesità, si trasfigura ormai in una corrente di ricerca storica popolare, nata dal basso. Una vera e propria scuola di pensiero che si sviluppa su declinazioni che sono delle costanti in ogni agorà meridiana: l’ancoraggio alle radici, alle declinazioni identitarie, l’appartenenza, la memoria, la condivisione dei medesimi topoi culturali ed etnici.
«E’, questa, una vicenda di paese, del mio paese, Salve, destinata a non cambiare il corso della sua storia, anzi, con il passare del tempo, a svanire. Insieme ai ricordi…» (“Il complotto del mulo”, Cosimo Negro).
Un’ansia che assume un possente valore escatologico, nella piena coscienza che solo sapendo chi si è e da dove si viene, si può affrontare il presente e delineare un futuro. Concept ancor più pregnante in un momento storico in cui ogni asperità connessa all’individuo e alla sua appartenenza, è organicamente formattata da quella cosa che si chiama globalizzazione, che tende all’omogeneità del pensiero unico anche per il controllo dei popoli. L’uomo senza qualità, con un immaginario e un’affabulazione unici, è più facile dominarlo.
«Il taxi aveva appena imboccato la superstrada per Lecce, all’uscita da Brindisi, e Giovanni era caduto in uno stato di dormiveglia…» (“Un viaggio particolare”, Giancarlo Colella).
In questo solco ricco di umori, analisi, orizzonti, si colloca “Storie e Figuri del Salento” appena mandato in libreria da “Eleusi” e “Associazione Uomini Liberi per un Paese Migliore”, a cura dell’avv. Fabrizio Licchetta, editing curato con Alessandro Licchetta, responsabile anche della cover, Grafiche Giorgiani, Castiglione (Lecce, 2021), pp. 304, euro 18.00.
Idea sostenuta da alcuni sponsor: Fisiotek (Corsano), La Favola Infinita (Tiggiano), Edil Scavi (Alessano), Alter (Tiggiano), Bar Mimmo (Corsano), Mather Italia, MyEtica, Alla Volta delle Stelle (Corsano), Fia Puglia (Corsano), Costa Salento (Corsano).
«All’inizio degli anni ‘80, quando ero a Zurigo, alla camera sindacale della UIL, mi giungevano documenti, notiziari e bollettini da più parti… Un giorno, proprio su uno di questi… mi incuriosì un passaggio in cui era messo in evidenza più o meno questo: Patù (Italia), comune col più alto reddito pro capite d’Europa» (“Alessano anni ‘80”, Antonio Negro).
Impreziosito da un apparato fotografico imponente e da un delizioso fumetto di Vincenzo Ferramosca (“Biasi e Nunziata Scarcagnati”), tirato in 1500 copie, il volume scava in termini polisemici nella terra e nell’animo dei suoi uomini senza la malizia dell’accademia, e proprio per questo ci consegna una diapositiva reale sulle dinamiche palesi e carsiche come un trattato di economia, di antropologia, di politica non avrebbe saputo fare.
Storie “minime” estrapolate dalle narrazioni infinite sedimentate nel tempo, che ognuno serba nel suo animo e nella memoria, che la Storia e la cultura diciamo ufficiali leggono spesso come folklore, forse per depotenziarle, ma nelle cui pieghe intime, a voler guardare bene, c’è il dna di un popolo, il suo passato e forse anche il futuro.
Poiché rappresenta la riappropriazione di uno storytelling oscuro e fascinoso che i media, con le loro potenti articolazioni non hanno saputo relativizzare e su cui le generazioni in progress potranno poggiare e costruire la loro identità.
«Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono… il presente del passato è la memoria, il presente del presente è la visione, il presente del futuro l’attesa», Sant’Agostino.
Francesco Greco