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“Biografie ante mortem” di un intellettuale fuori dal coro

Uno stigma condanna l’intellettuale di provincia: la marginalità nel mare magnum della Storia, l’essere costretto a cantare nel coro, a vellicare lo status quo.
E’ la condizione in cui vive la maggior parte di loro, che si sottraggono ai processi sociali e politici del tempo toccato loro in sorte per dedicarsi alla gratificazione del proprio ego.

Ma c’è, una minoranza, chi si dà una mission con l’intento di incidere nella Storia, lasciare una traccia, benché esigua, nella società in cui hanno vissuto e si sono impegnati, nella memoria popolare, nei ricordi di chi ha attraversato la loro strada.

Professore di Storia e Filosofia, Carlo Alberto Cerfeda (Brindisi, 1939) è da tramandare agli annali che i posteri sfoglieranno in questa seconda scansione. Troppo pudico per svelarsi in prima persona, il docente (dal 1970 al 1994, negli istituti superiori di Casarano e Tricase) ha scelto l’escamotage di farsi decodificare attraverso il pensiero dei suoi alunni, ma anche dei colleghi di “Nuove Opinioni”, strumento di un giornalismo, quello di prossimità, il più ostico, perché, come diceva Flaiano, “ci conosciamo tutti”.

“Se i pazzi sono coloro che sognano da svegli” (Kant), l’esito è notevole e il lettore potrà verificarlo brevi manu sfogliando “Biografie ante mortem” (49 e uno di loro, Epistolari di andata e ritorno), a cura di Carlo Alberto Cerfeda, Edi.New, Tricase 2021, Stampa Torgraf Galatina, pp. 320, € 20,00 (destinate in beneficenza al Reparto di Oncologia dell’Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase (Le) diretto da Emilio Tamburini).

L’espediente è riuscito perché scorre su due livelli: il ricordo delle lezioni su Cartesio e Kant e della didattica adottata, dell’umanità pulsante fra aule e corridoi, quando nelle scuole c’era lo stesso silenzio delle chiese, modulato fra pubblico e privato (“Quando avrai tagliato i tuoi lunghi capelli – scherza il prof alle prese con la calvizie ad Anna Maria Mele, liceo “Giuseppe Stampacchia”, sezione B – lasciamene un poco per farmi un parrucchino”).

L’altro livello è bifronte: sociale e antropologico, denso di microstorie che corrono a immergersi nel mare della Storia, e affrescano una terra, il Salento, dalle mille facce e contraddizioni, sospesa fra le radici mediterranee e la mente nell’Europa illuminista, e affresca un momento storico, in una terra dove “si vivono gli effetti del boom economico, l’industrializzazione, l’urbanesimo, la scolarizzazione, la diffusione della stampa e dei nuovi media, cinema, radio e televisione, componenti di un cambiamento socio-economico culturale…” (Immacolata Tempesta).

Cosa sia rimasto di quel momento lo vediamo coi nostri occhi: macerie, materiali e morali. E sì che, se è vero, come dice Orwell, che “Nel tempo dell’inganno universale, la verità è molto rivoluzionaria”, il prof in veste di giornalista, guidando “Nuove Opinioni”, aveva creduto – e con lui in tanti – allo sviluppo compatibile del territorio e parallelamente la crescita delle coscienze. Ci ritroviamo una terra desertificata, da cui tutti appena possono scappano, un’informazione omologata che si occupa del dito, non della luna, politica e politici spazzatura.

Il libro ha quindi valore di documento storico, poiché, panta rei, il mondo, l’uomo, la scuola, sono cambiati velocemente e oggi il prof Cerfeda avrebbe difficoltà a tener desta l’attenzione dei suoi alunni parlando di Socrate, mentre chattano e postano foto.

Oltre alla Mele e alla Tempesta, i contributi di affetto e riconoscenza, nonché i tasselli per la ricostruzione di un momento storico ricco di promesse, speranze, illusioni, utopie, sono firmati da: Mauro Polimeno, Ercole Morciano, don Antonio Accogli, Vito Accogli, Dino Accoto, Salvatore Accoto, Rosalba Alemanno, Mauro Arena, Donatina Buffelli, Antonio Carbone, Salvatore Carbone, Nino Casciaro, Giuseppe Cavalieri, Carlo Cazzato, Concettina Chiarello, Cosimo Cordella, Sergio Cosi, Luigi Crisostomo, Ada De Giorgi, Giuseppina De Giorgi, Daniela De Giovanni, Antonio Elia, Antonio Ferraro, Antonio Ferraro, Giorgio Fersini, Vito Frassanito, Doriano Longo, Manrico Mastria, Tommaso Minerva, Luigi Santantonio, Francesca Montinaro, Giuseppe Negro, Liliana Orlando, Tina Orlando, Rocco Palese, Marina Palumbo, Carlo Panarese, Antonio L. Turco, Mario Paradiso, Nicola Pepe, Annalisa Rizzo, Rocco Rizzo, Rosa Rizzo, Maria Rosaria Sergi, Rosalba Simone, Guido Sparasci, Antonio Stifini, Antonio Turco, Antonio Silvestri, Sergio Bonamico, Antonio Andrea Ciardo, Alfredo De Giuseppe, Enzo Di Taranto, Gianfranco Esposito, Vittorio Grassi-Pirrone, Gennaro Ingletti, don Italo Mancini, Claudio Morciano, Caterina Scarascia, Enzo Serafini, Margherita Orsolini, Filippo Orsolini.

Francesco Greco


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