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L’arte della pietra a secco arriva in Svizzera

Leggenda metropolitana vuole che siano stati i Messapi ad avere l’intuizione. Un mucchio di pietre posate l’una sull’altra, con una lieve inclinazione, avrebbe fatto drenare l’acqua e sarebbe resistita al tempo.

E infatti, muretti e pajare (trulli a tolos) sono ancora lì, in Terra d’Otranto, padroni del paesaggio, immortali monumenti alla bellezza, ma anche metafora della volontà dell’uomo che piega la natura e di quel che può fare con l’elemento più umile della terra e la forza delle mani.

“Lo ripeto spesso ai miei collaboratori: le pietre non bisogna toccarle, occorre utilizzarle così come sono nate…”, sorride il giovane maestro Gianni Bozzi (www.pietrarustica.it).

E’ erede della grande tradizione dell’arte della pietra a secco (da qualche anno patrimonio UNESCO) del suo paese, Montesardo (origini messapiche testimoniate dal prof. Francesco D’Andria, autorità mondiale della materia), in fondo al Capo di Leuca, fra Jonio e Adriatico.

Di generazione in generazione, per secoli, i Cazzato hanno innalzato muretti a secco e pajare nel territorio, ma sono andati anche fuori da Terra dì Otranto, nelle province e regioni confinanti: in Calabria, Lucania, etc. Trasmettendo l’arte ai Melcarne, i Ciardo, i Bozzi, etc.

Corsi e ricorsi: è anche il percorso professionale del maestro Bozzi (figlio di Antonio, stesso mestiere) e i suoi collaboratori, appena tornati dalla Svizzera (Mels, San Gallo, Cantone tedesco), dove hanno rivestito tre edifici privati: un lavoro realizzato in due tranche temporali, tre mesi più tre mesi. Hanno utilizzato mattoncini antichizzati faccia vista made in Olanda. “E’ stato un cantiere molto impegnativo, ma anche gratificante, sotto tutti i punti di vista…”, aggiunge Bozzi, che elogia quello che definisce “un team straordinario, che mi ha seguito e supportato in tutto” e composto da Antonio Imperato, Federico De Giorgi, Daniele Russo, Ivan Coppola, Lorenzo Bello, Abramo Melcarne.

Il lavoro infatti ha entusiasmato gli svizzeri, tanto che c’è in campo un’altra opzione, un nuovo progetto e il team di Bozzi dovrebbe tornarci quanto prima per un altro cantiere.

Ma non è tutto: altra visibilità planetaria (erano presenti giornalisti da tutto il mondo) è venuta da quella che Bozzi definisce “Pietra Rustica in Paris”. Su invito di Francesca Marocchino (curatrice della mostra), all’Istituto Italiano di Cultura in Francia (50 rue de Varenne, Paris), col suo team (Antonio Imperato, Lorenzo Bello, Federico De Giorgi), per quattro giorni ha rappresentato la Puglia nel contesto dell’evento “Apulia mystères des Pouilles entre terre, pierres et mer”. Bozzi e i suoi hanno costruito un muretto e una pajara smart nel cortile dell’edificio, con le pietre portate dal campo che possiede in contrada “Serra dei Cianci” (Alessano), con la preziosa collaborazione di “Maniglio Manufatti” (Castrignano dei Greci, Le).

Come si diceva al tempo di Cicerone: ad majora!

Francesco Greco


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