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“Manu manu”, per lasciare al Salento un’”Eredità Verde”

Il concept è espresso già sull’home page del sito: “Il Salento è nudo / ha perso il suo colore / ha perso il suo ossigeno / ha perso la sua ombra”.

I ragazzi di “ManuManuRiforesta” (Associazione per la Tutela dell’Ambiente) si sono dati una mission: ripopolare di verde le terre devastate dalla xylella e dal troppo catrame.

E così, accanto a un ulivo secolare morto, mettono a dimora un noce, un ficodindia, un melo cotogno e poi fichi, melograni e quant’altro di indigeno offra la terra.

Anche così rinasce la terra, il paesaggio riacquista forza, bellezza, fascino ed è pronto per essere rivissuto dalle generazioni future a cui lo volevano rubare.

Il tutto con calma, con i tempi necessari dettati dalla Natura, dalla dea Demetra: infatti Manu Manu sta proprio per piano piano.

Natura non fecit saltus si diceva nell’Urbe ai tempi di Giulio Cesare e Cicerone.

“ManuManuRiforesta” è sparsa nel sud Salento, precisamente fra Miggiano, Ruffano, Montesano Salentino, zona Parco dei Paduli (ex Bosco Belvedere). Esattamente “Padula Mancina” (Montesano), “Parco Paduli Rotondo” (Ruffano) e “Stagno Canali” (Miggiano).

7mila ettari complessivi, ma per adesso obiettivo puntato sul cosiddetto “cerchio rosso”, che ne racchiude 300, i più degradati (molti purtroppo abbandonati), aggrediti dal batterio assassino, ma con la presenza di alcune stupende querce secolari.

Altro refrain: “Vogliamo piantare alberi / rifare la biodiversità / contrastare la desertificazione / lasciare un’Eredità Verde / a chi verrà dopo di noi”.

Chi vuole sostenere questa mission assolutamente meritoria può farlo donando il suo 5×1000 al c.f. 90053760728.

Volete spiegare meglio quando e come nasce la vostra idea?

“A Marzo 2019, in occasione dell’inaugurazione del Mulino di Comunità di Casa delle Agriculture di Castiglione d’Otranto, un gruppo di amici e conoscenti con in comune tante passioni, fra cui l’amore per il nostro Salento, seduti intorno a un tavolo in località Trice, decisero che non potevamo stare immobili e assistere impotenti al capezzale della nostra terra.

Così ci dicemmo che bisognava organizzarsi e fare qualcosa. Così nasce Manu Manu Riforesta! che a Gennaio 2020 diventa un soggetto associativo giuridico. Non era un’idea, era un’esigenza viscerale non più procrastinabile, che accompagna tutte le azioni che portiamo avanti oramai da più di tre anni, agendo in sinergia con quel poco di naturale che ancora insiste su una porzione di territorio, i Paduli, che un tempo neanche tanto lontano furono una foresta.

L’intento è quello di tutelare e incrementare la biodiversità vegetale e animale che ancora questi luoghi conservano, assecondando e imitando la natura, i suoi processi e i suoi tempi non sempre veloci.

Le politiche di sostegno agricolo messe in atto dalle istituzioni non lasciano spiragli di luce e incentivano solo eradicazioni e reimpianti, con una concezione che vede la terra solo come oggetto di profitto, una merce da sfruttare al massimo e rapidamente.

Nonostante il disastro sia davanti agli occhi di tutti, si persevera negli errori delle monoculture agricole. Nessuna speranza per l’esistente, nessuna benevolenza se non porta soldi.

La nostra visione è diametralmente opposta. Si osservano i luoghi, si valuta l’esistente, quel paesaggio di giardini costruito nel tempo dai contadini, con essenze appositamente locate e selezionate, si contano i residui dell’antico bosco rappresentati dalle vetuste querce ancora insistenti ai margini delle strade poderali, segni di quei confini che le hanno risparmiate dalle mannaie dell’800 e fatte arrivare fino a noi.

Quanto carbonio può assorbire un esemplare di duecento anni? Quanto benessere potrà apportare alle generazioni future pur non essendo un prodotto da reddito?

Si piantano fichi, cotogni, sorbi, azzeruoli, nespoli, giuggioli, carrubi, noci e ovviamente querce. Essenze di ogni tipo in collaborazione con l’Orto Botanico dell’Unisalento.

Oggi l’associazione gestisce circa tre ettari, quasi tutti uliveti con eccezione di un piccolo bosco di olmi in località Fracite a Ruffano, un terreno che insieme al suo stagno temporaneo è inserito nella Zona Speciale di Conservazione denominata Padula Mancina, un ettaro circondato dal deserto delle eradicazioni e dei roghi estivi.

Ricostruire il paesaggio diversificando le varietà è una priorità, la storia dovrebbe insegnare che i territori monoculturali non sono più sostenibili, soprattutto da un pianeta in piena crisi ambientale.

Ricostruire il rapporto fra uomo e agricoltura, ridare ossigeno al Salento: sono gli obiettivi di chi è consapevole che un uomo o una donna che piantano una quercia saranno fortunati se riusciranno a godere della sua ombra”.

Le popolazioni dell’area prescelta sono coinvolte, magari anche le scuole?

“Uno dei nostri obiettivi è quello di poter far tornare gli abitanti locali a  prendere atto del reale stato della vegetazione, a usufruire delle loro campagne, incominciando da attività di volontariato nelle giornate che dedichiamo alla preparazione dei terreni, alla piantumazione, alle pulizie, alle innaffiature, a partecipare alle camminate per conoscere i terreni su cui riforestiamo, a prendere consapevolezza dell’esistenza della zona Zsc, riconosciuta dalla comunità europea nell’anno 2000 dove per parecchi mesi invernali e autunnali si formano gli stagni mediterranei che attirano tanti uccelli data la nutrita presenza di rane nelle acque.

In questi tre anni di vita dell’associazione, il comune di Miggiano ha collaborato con noi nella distribuzione di ghiande a tutti i bambini della scuola elementare nel periodo natalizio, affidandole alle loro cure per essere piantate e seguite nella crescita e poi metterle a dimora.

Si è dedicata una mezza giornata con i ragazzi delle medie per la raccolta della spazzatura abbandonata lungo i cigli delle tante stradine di campagna della zona.

Nella primavera 2022, grazie al personale interesse di alcune docenti dell’istituto ITE De Vitis De Marco di Casarano, siamo stati invitati a un incontro nell’ambito di un progetto sull’ambiente, con la proiezione del video Canto Controcanto, regia di Bruna Rotunno.  Dall’interesse suscitato nei ragazzi ha fatto seguito una loro visita al bosco Don Tommaso, uno dei nostri terreni che è parte della zona Zsc.

La biblioteca di Ruffano, molto attiva sul territorio, ha partecipato alla festa di MMR del 2022 coinvolgendo i bambini di più scuole nel laboratorio di individuazione, raccolta e sistemazione delle erbe spontanee.

Al momento stiamo dialogando con il comune di Montesano su un progetto per un centro di documentazione della zona Zsc Padula Mancina”.

E tuttavia il vostro lavoro rischia di essere vanificato dal brutale passaggio, poco distante da quella zona, delle 4 corsie della SS 275: cosa pensate di questa opera invasiva quanto ormai datata e superflua?

“La SS Maglie S.M. di Leuca è una questione che ci ha permesso di apprezzare la forza e la determinazione di molti dei componenti di Manu Manu Riforesta!

La lunga battaglia decennale che ha visto coinvolti alcuni associati è stata la prova di come a volte l’impegno sociale dia i suoi frutti.

Oggi si può dire che è stato scongiurato per sempre un progetto di quattro corsie fino a Leuca. Quel funerale non ci sarà più.

Ora spetterebbe alle istituzioni realizzare un ammodernamento degno di questo nome e adeguato al tempo di oggi, che non sconvolga ma che si integri con il territorio e la sicurezza stradale, pur rimanendo convinti che ogni metro di asfalto oltre Montesano Salentino sia uno spreco di denaro pubblico e di suolo e che l’unica soluzione plausibile sia la messa in sicurezza della strada esistente.

Il cerchio rosso, a quanto è dato sapere, è ben lontano da qualsiasi bretella e complanare prevista ma ciò non ci esula dal non interessarci di ciò che accade oltre.

Ci auguriamo che semmai dovessero realizzare il primo (e ultimo) lotto, si attuino tutte le misure di mitigazione ambientale e minimo spreco di suolo, anche se l’esperienza ci racconta altro, perché, come diceva il poeta J. W. Ghoethe, non c’è cosa peggiore dell’ignoranza in azione”.

Francesco Greco


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