Geniale e visionario: il Salento ricorda Alex Rizzo
Su una barchetta abbordò lo yacht di Dolce & Gabbana per regalar loro una “pennala” di pomodori “varnei” (d’inverno). Nome originale alla suddetta barca: “Quista n’ cera!”: così gli aveva detto spazientito chi gliel’aveva venduta.
“Nato” modello, bellissimo ragazzo, alla “Milano Fashion Week” lo ricordano ancora perché parlava il salentino stretto, una lingua ricca di fonemi e immagini, che cambia a distanza di 1000 metri e che riecheggia e declina 100 e passa campanili.
Quattro anni senza Alessandro “Alex” Rizzo, detto “Papela” da San Cesario di Lecce. Uno di quei personaggi che rappresentano un affollamento semantico e che perciò lasciano il segno. Nel territorio di appartenenza e nei cuori di chi lo ha incontrato anche una sola volta.
Perché Alex “vedeva” l’essenza della sua terra, non quella costruita da narrazioni non sempre attendibili. E sapeva comunicarla con un entusiasmo infantile.
Creativo e multitasking, riusciva in tutto: partecipò a un reality e si improvvisò imprenditore aprendo un rudimentale “Baretto” che in breve divenne un cult, un punto di riferimento della movida salentina in quel di Porto Miggiano (Santa Cesarea Terme).
Se ne andò a soli 51 anni per una banale caduta mentre stava riparando la finestra della sua casa.
Su Facebook la ricorrenza è stata ricordata con parole commosse da chi lo conosceva ma anche da chi non lo aveva mai incontrato.
“‘Sta vidi Anna, quistu nu è nu lidu questa è la prua de na nave, tie ieni quai e te mangi lu spaghetto cu le cozze nfaccia lu mare, te giri e n’ce mare’ (…) un visionario, un folle lucido… il Salento e il mare ce l’aveva nel sangue… Si nutriva di strada, mare e persone… Sono 4 anni che mi manca…”, (Anna Bisconti). “Non l’ho conosciuto, ma da quello che leggo deve essere stata una persona come poche. Gli amici, quelli veri, non dovrebbero andarsene mai”, (Tiziana Vestita). “Quanti ricordi mi legano a lui, al Baretto, alle Drink Card, al Covo dei Mori, agli Archi di Santa Cesarea…”, (Roberto Biro Brandi). “L’ho conosciuto nell’ultimo periodo della sua vita terrena, ma è bastato per capirne il suo spessore!”, (Angelita De Giorgi). “Meraviglioso, unico. Di una bellezza e una simpatia disarmanti. Ogni tanto guardo i suoi video per ridere, perché era troppo forte. Certe persone dovrebbero essere eterne perché nella sua follia, contagiava positivamente chi gli stava accanto”, (Annaelisa Prete).
Francesco Greco