Tricase, storia delle origini
Sulle origini di Tricase si hanno diverse versioni: le più ricorrenti sono però quelle di Antonio Micetti di Tricase e l’altra del Padre Cappuccino Luigi Tasselli di Casarano.
Si racconta che anticamente (tra il X e l‘XI secolo) esistessero tre Casali, dall‘unione dei quali, sembra sia sorto il primo nucleo di abitazioni che poi diede il nome a Tricase.
Sulla denominazione di questi tre Casali iniziano le prime divisioni tra gli storici; il Tasselli riteneva si chiamassero Trunco, Monesano e Amito Cuti:
“Leggo che TRECASE (terra questa, che come m’insinua il Marciano, risultò dopo l’invasione de Mori 900 anni sono, dalle rovine, delli convicini Casali Trunco, Monesano, et AmitoCuti, chiamato questo, perchè ivi semper erat statio militum, per quanto mi accerta un autentico manoscritto) vero è, che s’ingrandì poscia la sopradetta Terra, e Totino con le rovine di Salete, Leggi Depressa, e fu distrutta dagli Ottomani nel 1480, come una lapide novamente trovata sotto le porte del Castello Baronale di quella mi avvisa con queste parole: ab Othomanica clade desenum”.
Il Micetti, invece, riteneva il nome dei Casali Menderano, Voluro e S.Nicola.
“Nel ristretto, et pertinenze appunto di Tricase stiedero per qualche tempo tre Casalotti, uno chiamato Menderano, et non Monesano, come dice il Padre Luigi, del quale anco se ne vedono le ruine, e ne resta il nome, l’altro Voluro, del quale se provede sin‘oggi dal Vescovo d‘Alessano il titolo d’Arcipretato, non restandovi sin’oggi nel luogo, ove fu, che una colonna con sopra una Croce, dove piglia il possesso detto Arcipreite di Voluro, per segno, che ivi fu la Chiesa del Casale; qual Arcipreite di Voluro poi nelle processioni va a man sinistra dell‘Arcipreite di Tricase, sin come in altre funzioni, et tira il doppio nelle esequie de’ Morti; l‘altro S. Nicola, del quale ancora se ne vede, et dura un’antichissima Chiesa sotto titulo di questo santo; in mezzo di questi quasi ugualmente distante sta posto Tricase in quel luogo appunto, dove in quel tempo vi era una masseria di Demetrio Micetto, nelle pertinenze di Menderano sua patria”.
A due autori citati, il Tasselli e il Micetti, dobbiamo ricordare gli altri, come il filosofo e medico Girolamo Marciano di Leverano, che riteneva
“Tricase, bellissima terricciola posta in piano, edificata secondo l‘antica tradizione de` suoi abitatori dalla distruzione de‘ tre Casali, Abatia, Trunco e Manerano a se convicini, da’ quali si ebbe il nome di Tricase”
e l’abate tricasino Michelangelo d’Elia (Arciprete di Tricase dal 1730 al 1771) che sosteneva si chiamassero Trunco, Menerano e Voluro, dei quali ebbe modo di dire che
“il primo stavasi verso oriente circa due chilometri lontano, il secondo circa 796 metri a sud ovest, il terzo intorno a metri 1591 nella stessa direzione, probabilmente nel luogo oggi inteso col nome di Moluro. Dall‘unione di questi tre casali risultò l‘odierno paese, che per questa ragione chiamasi in pria Treccase, e poi Trecase, Trecasi e Tricase: lo stemma lo conferma”.
Anche altri studiosi, come Noè Summonte, Giacomo Arditi, Cosimo De Giorgi e Mons. Giuseppe Ruotolo, ex Vescovo della Diocesi di Ugento, nei loro scritti spesso contraddittori e polemici, hanno riferito sulle origini di Tricase e sui suoi tre Casali.
Ricordiamo che il prof. Cosimo De Giorgi, nel parlare delle origini di Tricase e dei suoi tre casali, si riferisce allo stemma e precisa:
“Il pulpito, di legno intarsiato e di mediocre fattura, è stato lavorato nel 1795 da Raffaele Monteanni di Lequile, che vi incise il suo nome. Nel mezzo scolpì lo stemma del paese rappresentante tre case in campo rosso, qual ricordo della prima origine di Tricase, nato, secondo gli storici patrii, dall‘aggruppamento di tre casali denominati Trunco, Casilino e Valuro o Molure, secondo altri Trunco, Monesano e Amito Casi, e secondo l’arciprete Summonte Trunco, Minerano e Voluro. Il primo di questi ultimi restava nella contrada rustica detta il Mito al N.E. di Tricase: il secondo nella contrada Malure a scirocco del paese, ed il terzo nel feudo di Tutino”.
Mons. Giuseppe Ruotolo, nel suo volume Ugento – Leuca – Alessano, Siena, Editore Cantagalli, 1952, così si esprime:
“Ordinariamente si dice che il nome indichi la costruzione del paese da tre casali antichi. La precisazione dei tre casali non è riuscita facile a chi si è interessato dell’origine di Tricase. Il Marciano indica l’Abbazia, Trunco e Manerano; il Micetto parla di Manderano, Voluro e S. Nicola; il D‘Elia addita Trunco, Manerano e Voluro; altri ancora a Trunco aggiungono Casilino e Voluro.
Probabilmente l’etimologia è sbagliata e più che tre casali la parola Tricase deve tradursi originariamente inter casas, che significa un paese formatosi in mezzo a diversi altri casali, come la località del Veneto Treponti significa inter pontes. E difatti – conclude Mons. Ruotolo – anche oggi Tricase è posta tra tanti paeselli, che sono le sue sei frazioni”.
Quest‘ultima ipotesi è stata anche ribadita dall’ingegnere Germano De Santis in Tricase — Studi e Documenti, Galatina, Congedo Editore, 1978,quando precisa che
“Tricase significherebbe inter casas, cioè centro formatosi in mezzo ad altri nuclei abitati, In altri termini, alcuni centri, tra loro prossimi si sarebbero fusi o in seguito ad incremento demografico o, con maggiore probabilità, per motivi di sicurezza, determinando così la nascita di un nuovo abitato”.
E’ opinione ormai consolidata che l’unione dei tre Casali fu loro consigliata dal bisogno della forza, perché piccoli, deboli ed inermi, erano spesso invasi e spogliati dai barbari e dalle genti limitrofe.
Francesco Accogli
(da Storia di Tricase, Congedo Editore)