La leggenda della grotta della Zinzulusa
Molte delle leggende che si narrano lungo le coste del Salento sono spesso tra loro molto simili, gli stessi personaggi, aneddoti quasi simmetrici e scenari molto comuni. Questa ricorrenza di storie potrebbe essere inputata al fatto che le leggende erano spesso inventate di sana pianta, esclusivamente per cercare di dare una spiegazionea quello che la scienza non era ancora in grado di sipegare. Ne è un esempio la leggenda della grotta della Zinzulusa…
Il barone di Castro, un ricco signorotto il cui patrimonio era equivalente solo alla sua avarizia, viveva con la sua famiglia, una moglie ed una figlia, nelle terre salentine. I suoi possedimenti erano molto vasti, tanto da farlo figurare anche nelle leggende di un paese vicino, Santa Cesarea Terme.
La sua sete di denaro cresceva sempre più, giorno dopo giorno, tanto da spingerlo a privare dei beni di prima necessità le sua bambina: perchè spendere dei denari per comprare dei bei vestiti, per garantire una buona istruzione, quando si può vivere benissimo da ignoranti e ricoperti di stracci? Questa era la sua filosofia, ridurre al minimo le spese.
La bimba però, non ebbe l’infanzia e l’adolescienza spensierata che il padre credeva, il fatto di non aver mai avuto dei giochi, dei vestiti, dei libri, la rendevano triste e cupa.
Una fata un giorno decise di venire in soccorso alla fanciulla e di regararle un bellissimo vestito, stracciando quello vecchio riducendolo in brandelli. Gli stracci (o zinzuli secondo il dialetto locale) volarono via fino a raggiungere una cavità naturale dove si prietrificarono, adornando l’ingresso di quella che oggi chiamiamo Grotta della Zinzulusa (ossia la grotta degli zinzuli). La ragazza fu inseguito promessa in sposa ad un principe e la sua vita cambiò drasticamente.
Anche la vita del padre si modificò in maniera radicale. Venne relegato dalla fata all’interno della medesima grotta, arricchita dalle vecchie vesti della figlia, e fu fatto sprofondare nel suolo calcareo. La conseguenza del sortiligio fu l’emissione dal sottosuolo di acque infernali che oggi formano il laghetto Cocito, abitato da specie di crostacei resi ciechi dopo aver assistito al prodigio.
Marco Piccinni