Il Ciolo, un “piccolo fiordo” nel cuore del Salento
Per tutti gli appassionati di Trekking, free climbing ed escursionismo, il Salento offre molte possibilità. Il territorio è infatti colmo di grotte, doline e vore, formatisi inseguito a fenomi carsici, data la natura prevalentemente calcarea del suolo.
Oltre a queste non sempre imponenti metamorfosi e meraviglie della natura, ve ne sono altre, apparentemente più semplici, ma che nascondono una storia che sicuramente vale la pena di ricordare.
Tra queste vi sono delle insenature naturali sulla costa rocciosa adriatica come il Canale del Rio di Tricase e il Ciolo di Gagliano del Capo.
Il nome, Ciolo, è molto insolito; deriva dalla parola dialettale Ciola, che significa Corvo, e fu scelto in conseguenza delle grandi nidificazioni di questi uccelli nelle insenature della scogliera, in particolar modo in una grotta accedibile solo via mare e che porta lo stesso nome.
Il fiordo è attraversato da un ponte, sospeso a 36 metri di altezza, dal quale si può ammirare un panorama mozzafiato a picco sul mare da una parte, e su un irto sentiero che si addentra tra imponenti pareti rocciose dall’altra.
Dal ponte sono soliti e molto frequenti tuffi di giovani impavidi che vogliono sfidare la sorte e dimostrarsi coraggiosi di fronte agli amici, come dimostra questo video scovato su youtube. Questo genere di tuffi sono molto pericolosi per via di alcune formazioni rocciose al di sotto del ponte che si estendono fino a poche decine di metri verso il mare.
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Per accedere al sentiero basterà scendere una lunga scalinata che condurrà dapprima su una piccola spiaggetta, molto affollata durante il periodo estivo. A questo punto, lasciandosi il mare alle spalle, si può abbracciare un ripido sentiero che,inizialmente supportato da alcuni scalini, porterà il curioso turista a raggiungere il paese abitato, Gagliano del capo, dopo aver visto paiare, grotte, insenature, macchia mediterranea e goduto di piante molto rare come l’alisso di Leuca, la Vicia Giacominiana, l’Anagyris fetida e diverse specie di orchidee.
In poche centinaia di metri si possono incontrare testimonianze e tracce di insediamenti, umani e non, che si sono succeduti nel corso di migliaia di anni: dai ritrovamenti ceramici risalenti al Paleolitico e al Neolitico della grotta delle Prazziche (oggi chiusa da una rete metallica in quanto parte di un terreno divenuto proprietà privata), ai ritrovamenti di resti di imponenti animali come il rinoceronte; dai reperti fossili, numerosi e sparsi nei vari strati delle rocce che delimitano la gravina, a paiare, muretti a secco e terrazzamenti di epoca certamente più recente.
Non è raro imbattersi in persone appassionate di free climbing che si cimentano a scalare alcune delle pareti più ripide che delimitano parte del sentiero, nonchè patiti di trekking che si avventurano anche nei sentieri più ardui. Per gli amanti del bird watching frequenti sono gli avvistamenti del trampoliere in migrazione, taccole e piccioni torraioli. Più rari sono invece avvistamenti del falco della regina.
Come per il resto della costa adriatica anche intorno al Ciolo si raccolgono alcune leggende. Una di queste è legata ad una dei tanti sbarchi dell’esercito Turco che, approfittando della comoda insenatura nella quale nascondere la propria nave, e dalla quale risalire fino al centro abitato senza essere notati, avrebbe preso in poco tempo il controllo della cittadina. Gli abitanti terrorizzati non si opposero alla potenza dell’invasore e permisero loro di rubare qualsiasi cosa fosse stata di loro gradimento, compresa l’enorme campana di una chiesa. Raccolto un abbondante bottino, i pirati fecero ritorno alla loro nave senza mietere vittime tra la popolazione; come prima cosa fissarono la campana con delle corde in modo da tenerla ferma sulla prua della nave. Una volta salpati, però, una poderosa onda colpì la nave che si inclinò, alcune funi che contenevano la campana si spezzarono causandone la caduta in mare. Da quel giorno, la campana risuona dagli abissi in occasione di ogni anniversario di quel assalto. Era la vigilia di Natale.
Abbiamo già avuto modo di percorrere interamente il percorso che dalla spiaggetta si snoda fin su al paese…è un esperienza che consigliamo a tutti quanti!
Marco Piccinni
Per un approfondimento consultare questo link.
SITOGRAFIA:
Un suggestivo paesaggio, uno dei luoghi più apprezzati dai visitatori del nostro Salento!