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Arte In, museo etnografico

La storia non va studiata, va vissuta! Un insieme di parole che si usano spesso come deterrente nei confronti di una bambino poco volenteroso di studiare pagine e pagine di un libro, scritte da qualcuno che probabilmente non incontrerà mai nella vita, solo per giustificare una scarsa attitudine nei confronti della materia. Ma data l’impossibilità di rivivere il passato come può uno studente medio appassionarsi alla storia. Come potrebbe mai viverla? Continuiamo quindi a giustificare il suo scarso interesse? La risposta è semplice e consta di due parole: Arte In.

Arte In è un museo etnografico situato nel centro storico di Tricase, ad una manciata di passi dall’incantevole cornice di Piazza Pisanelli, culla dei Principi Gallone. Più che un vero e proprio museo Arte In rappresenta la passione del suo curatore che ha impegna quotidianamente la sua giornata nel “raccogliere il passato”.

Numerosi oggetti di piccole e grandi dimensioni che hanno fatto la storia del Salento e dell’Italia intera si sono di volta in volta congiunti ad un inestimabile patrimonio nascosto in una soffitta. Tra scatoloni impolverati e vecchi materassi si celava un piccolo tesoro oggi in parte esposto nelle teche e sulle pareti di questo museo. Fortemente voluto da Donato Antonaci dell’Abate, il museo deve essere un’occasione per condividere il passato con quanti hanno voglia di ascoltare i piccoli aneddoti che i suoi oggetti hanno da raccontare. Una delle prime bottiglie di Five Roses, realizzata da Leone De Castris per soddisfare una richiesta di fornitura da parte delle truppe americane alleate sul finire della seconda guerra modiale; un sacco di farina firmato USA, giunto nel Salento con gli aiuti del piano Marshall degli anni ’50;  i primi visori stereoscopici e macchine fotografiche 3D, che come forse in pochi sapranno esistevano già oltre un secolo fa. Ancora tanti oggetti legati alla quotidianità delle vita contadina, della medicina dei cerusici, della cucina dei primi del ‘900. Da ogni singolo oggetto trapela la storia di chi li ha utilizzati, tutti i giorni, inconsapevole che sarebbero diventati dei veri e propri pezzi da museo.

Nel museo Arte In è possibile vedere anche numerose firme. Nomi di personaggi illustri che hanno letteralmente scritto la storia dell’ex Regno delle due Sicilie prima, e del nascente stato unitario poi fino a giungere ai due grandi conflitti mondiali e al fascismo. Francesco II, Ferdinando II, Vittorio Emanuele II, Camillo Benso Conte di Cavour, Liborio Romano, Giuseppe Pisanelli, Benito Mussolini, impongono la loro presenza nelle teche del museo nelle decine di editti originali stilati per porre rimedio al problema del brigantaggio nel meridione, per commemorare la scomparsa di una personalità importante, per amministrare uno stato. Una collezione di autografi che ci consente di vivere la storia così come è stata vissuta dai nostri avi. Numerose sono le testimonianze del risorgimento Italiano, in ceramiche, biografie originali, espitole che riassumono l’impresa dei mille con le parole di chi i mille li ha visti davvero.

Decine sono anche le illustrazioni satiriche dei giornali di tutta Europa che seguivano  con interesse la questione italiana. La satira non è figlia dei nostri giorni a quanto pare, e oltre 150 anni fa sapeva già essere molto pungente e diretta. Tutta Europa si chiedeva cosa avesse “in grembo” Cavour o di quali altre “epiche” gesta si sarebbe gloriato Garibaldi nei secoli.

Pezzi unici e rari, come il primo codice Napoleonico o uno degli atti con i quali si organizzò la nascente Repubblica Romana in un contesto ancora ben lontano dall’unità di quella Italia che tanto fa discutere ancora oggi. Ma anche tanta “ordinaria amministrazione”, come la posticipazione dell’incoronazione di Napoleone ad imperatore d’Italia nel 1805 o una comunicazione del 1861 con la quale si “rinominarono”  alcuni dei comuni di Terra d’Otranto poichè omonimi di altri presenti sul restante territorio nazionale.

Leggere la storia su giornali “freschi di stampa” e non sui libri. Immedesimarsi nella vita di politici e generali leggendo le loro epistole e non biografie postume. Sorprendesi innanzi un editto per averne letto il contenuto e non apprenderne le conseguenze a secoli di distanza. In questo modo si può veramente vivere la storia. E’ questo l’obiettivo che si propone il museo Arte In.


Marco Piccinni


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