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La cripta del Cristo Pantocreatore

Una tipica icona della Chiesa Ortodossa, quella del Cristo Pantocreatore, è l’unica di un intenso ciclo di affreschi che ancora sopravvive in un antro buio, quasi dimenticato dal mondo poichè isoltato in un piccolo, incantevole, giardino protetto da imponenti muri a secco, li a due passi dal centro di Giuliano di Lecce.

Piccola frazione di Castrignano del Capo, questo borgo possiede un’immensa ricchezza storico-culturale di cui la cripta del Cristo Pantrocreatore è solo una piccola parte. Per accedervi occorre attraversare un terreno privato che si affaccia su via Peschera e oltrepassare un piccolo cancelletto in ferro, arrugginito dal tempo: unico ingresso a quella che sembra una ristretta area recintata, realizzata in mattoni di tufo e pietre a secco. Qui vi è un piccolo locale rustico con volte a botte, probabilmente utilizzato come una stalla, un fienile o un ricovero per animali e lì, di fronte ad una delle porte di ingresso, quasi nascosta dalla vegetazione, vi è un piccola scala scavata nella roccia, e parzialmente coperta, che conduce ad un livello inferiore di circa tre metri. Un curioso esploratore decide di scenderla.

La scala scavata nella roccia

Superato un secondo arco, un’atmosfera surreale investe il visitatore: un piccolo giardino dove i raggi del sole hanno quasi paura di entrare, deviando il loro percorso per non intaccare neanche un solo centimetro di quello che, a prima vista, appare come il giardino dei segreti, luogo magico e quasi impenetrabile che ha alimentato la fantasia di scrittori e sceneggiatori di film di ogni epoca.

Giardino della cripta

Ad uno dei due lati di questo misterioso giardino si erge una parete sulla quale si aprono decine di mangiatoie per tutta la sua lunghezza. Ad una delle due estremità invece una nicchia scavata nella roccia, quasi abbozzata, di cui è difficile intuirne l’originale utilizzo.

Mangiatoie

L’esploratore compie alcuni passi e si inoltra in questo fantastico giardino, si guarda intorno e scopre che, sulla parete di fronte alla schiera di mangiatoie, quella che delimita un altro lato di questo mini-mondo, si aprono tre fessure, una sembra una porta, le altre delle finestre.

Cripta del Pantocreatore

Un altro incerto cancello tutto ruggine sembra voler sbarrare l’ingresso a quella che sembra una piccola caverna, no, una cripta, realizzata e officiata da monaci bizantini che nel Salento trovarono in parte riparo dalla terribile lotta iconoclasta perseguita dall’imperatore Leone III.

Il giovane visitatore non si lascia intimorire dalle tenebre che regnano sovrane all’interno di quel misterioso antro e, superato il cancello cigolante, si inoltra nell’oscurità dove è possibile intravedere due pilastri, uno dei quali sembra recente, probabilmente eretto in sostituzione di uno preesistente, ed alcuni incavi, la prothesis, scavati lungo le pareti adiacenti all’abside, a fondo piatto, adornato con un semplice altare in pietra, tipico del rito greco-bizantino. Sopra quest’altare stilizzato si scorge una figura, un volto umano con tanto di aureola, uno sguardo severo, penetrante: è il Cristo, unica porzione dell’affresco che probabilmente avrebbe dovuto rappresentare il deisis, insieme a San Giovanni e Maria.

Affresco Cristo Pantocreatore

La meraviglia si impossessa del nostro visitatore, perso in un viaggio mistico nel tempo quando la tenue luce di alcune fiaccole accompagnava i cori dei canti delle liturgia greca. Il celebrante in piedi, di fronte all’icona del Cristo, che da le spalle alla platea che invece siedeva lungo il sedile della parete occidentale.

Una goccia d’acqua fredda, penetrata dal terreno e attraverso la volta riporta il nostro amico al presente, di fronte a quell’immagine affrescata che l’aveva quasi ipnotizzato. Si volta e si dirige verso l’ingresso, dove nota alla sua destra un altro piccolo incavo di forma irregolare corredato da una finestra, probabilmente una cella nella quale i monaci riposavano.

Riattraversa dunque la porta di ingresso, si lascia alle spalle quel luogo magico e risale le scale che l’hanno condotto in quel giardino, avvolte da una strana luce. Si allontana dunque da quel luogo, convinto di aver vissuto un’esperienza incredibile.

Scala - la salita

Marco Piccinni


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