L’eremo della Madonna del Casale
O TU CHE PASSI PER QUESTO
SOLITARIO LUOGO
FERMATI
E NEL SILENZIO CHE TI CIRCONDA
GUARDA LA IMMENSITA’DELLO SPAZIO
CONTEMPLA LA GRANDEZZA DELLO SPIRITO
MEDITA SULLE VICENDE DELLA VITA
CHE IN QUESTA CHIESA TI CONFORTERAI PREGANDO
Poche parole che non si leggono, ma che TI leggono dentro, viaggiatore desideroso di nuove esperienze che ti addentri alla scoperta di in un piccolo angolo sulla serra delle Fontane, Ugento. Parole che non aprono solo le porte del piccolo eremo della Madonna del Casale, ma invitano a liberare la coscienza, aprire la mente, dimenticare la pochezza del feticismo e abbracciare l’immensità dello spazio.
Una piccola chiesa, l’annesso convento, una croce monumentale ed altre croci minori, alberi di cipresso, vecchi ulivi e un’edicola di San Giuseppe, il chiostro (la cui porta di ingresso è sormontata da un bassorilievo raffigurante San Francesco d’Assisi) e l’immensità del creato. Questi sono gli ingredienti che compongono una scena armoniosa e purificante, portata alle luci della ribalta e sulle pagine dei giornali sul finire del 2013 per via della decisione dei proprietari di vendere il bene. Un complesso che ha visto la luce sul finire del XV secolo e affidato ai frati Minori dell’Osservanza, per poi passare un secolo dopo ai Frati Minori Riformati che se ne prenderanno cura fino alla fine del XIX secolo. Inizia un periodo di abbandono, poi un restauro approssimativo e parziale e la successiva riapertura sotto la guida dei frati Minori Rinnovati, il 26 giugno del 1976, celebrata dall’affissione di una targa su una delle pareti laterali della chiesa che recita:
SILENZIO SOLITUDINE
CIELO E MAREE VETUSTI CIPRESSI
A DIO
CANTANDO UNA SALMODIA INEFFABILE
UNENDOSI ALLA VITA DEI CONSACRATI
LUCI SILENTI AI LIMITI DEL MONDO
CUORI CHE ABBRACCIANO TUTTI
IN UN PALPITO SOLO UNIVERSALE
Leggenda vuole che l’edificazione dell’ edificio religioso sia da attribuire all’ex-voto di un marinaio, scampato miracolosamente alla morte in una temibile tempesta per intercessione divina. Una storia condivisa con altre due chiese non lontane, dedicate alla Madonna dell’Alto Mare (Felline) e alla Madonna della Campana (Casarano), con le quali l’eremo del Casale condivide giorno festivo e tradizioni (la domenica in Albis). La frase “In mare irato, in fulgida procella, invoco te nostra benigna Stella” in prossimità dell’altare ricorderebbe la ragione dell’esistenza stessa del luogo di culto.
La chiesa dipese fino al 1808 dall’Abbazia di San Mauro, anno in cui sciolto l’ordine. uno dei suoi abati, Carlo Maria Abalthaan, si preoccupò di attuare un primo restauro nel 1752.
Gli affreschi superstiti ostentano senza vergogna i segni dell’inesorabile scorrere del tempo: San Antonio Abate, una Madonna con il Bambino, San Francesco d’Assisi e la raffigurazione della Titolare su tela, successiva ai primi tre, ricchi di dettagli ma spesso di difficile lettura e interpretazione.
Semplicità, armonia, grazia, serenità. Un eremo per ritrovare se stessi e la propria connessione con la natura. Un luogo dove meditare sulle vicende della vita guidati dalle parole che emergono dalle pietre e che consigliano, illuminano, ammoniscono.
Marco Piccinni
idem : come posso visitarla ? a chi mi rivolgo per la visita ? GRAZIE x la risposta.
L’eremo è solitamente aperto. Non occorre prenotare nessuna visita.
Si possono celebrare matrimoni ?
Non saprei