Aristotele, Galileo e Balduino per la Montesardo “turistica”
“Tempus ordo numerus et mensura”, Il tempo è ordine e misura di tutte le cose. Galileo riprende e approfondisce Aristotele (Fisica, Libro IV).
Ancora leggibile, l’epigrafe è incastonata nel frontespizio di una bella casa nel centro antico di Montesardo (via Chiesa), a due passi da Piazzetta Sauli, che nei secoli scorsi si chiamava Piazza Belisario Balduino (1518/20-1591): il Vescovo di Larino qui nato, che intervenne autorevolmente al Concilio di Trento (1545-1563) e istituì il primo seminario della cristianità appunto nel Molise, a Larino (1564).
Il ricco proprietario terriero (quasi sempre le terre le rubavano ai contadini facendo usura con piccoli prestiti) gliela “scippò”, nel XX secolo, quando era amministratore e se la intitolò.
E’ solo una delle tante epigrafi che arricchiscono il centro storico del vecchio paese. Fra via Duchessa d’Anna e Piazza Castello, al primo piano di una civile abitazione, ce n’è un’altra, sempre riecheggiante Aristotele: “In medio stat virtus”: è ripresa dall’Etica Nicomachea ancora di Aristotele. Recenti restauri grossolani l’hanno coperta di calce. Viviamo tempi grossolani, volgari.
Queste epigrafi e quelle sparse in una vasta area del sud della Puglia sono state censite dagli studiosi Antonio Caloro, Mario Monaco, Antonio Leonio e Francesco Fersini e pubblicate col titolo “Iscrizioni latine del Salento / Paesi del Capo di Santa Maria di Leuca” (Alessano, Barbarano, Castrignano del Capo, Corsano, Gagliano del Capo, Giuliano di Lecce, Leuca, Montesardo, Morciano di Leuca, Ruggiano, Patù, Salignano, Salve, Santuario di Leuca, Specchia, Tiggiano) e pubblicate nel 1998 da Congedo Editore (Galatina).

Ma torniamo ai filosofi. Era folta quanto prestigiosa a Montesardo, fra Cinquecento e Seicento, la comunità di intellettuali versati in ogni disciplina, molti dei quali della corrente neo-aristotelica. Lo conferma lo studioso Francesco Calignano: “Fonti attendibili raccontavano che ci fossero più di cento dottori. Penso fosse una città-scuola nella quale la maggior parte fossero dotti e in un certo numero nobili”.
Ma gli aristotelici? Sorride Calignano che col fratello Biagio indaga l’intrigante passato del paese da una vita: “Il più grande fu grande Girolamo Balduino (le sue opere sono di continuo ristampate negli USA) maestro di Logica di Galileoeno alòpunidtitra du oaduvcsa (Scilal di Padova). Ma anche Policleto Bleve e Giustiniano Bozzuto”.
Aggiunge: “Si dovrebbero concentrare di più gli studi sul 500 a Montesardo, Filosofia, Diritto, etc. materie più complesse dell’Archeologia”.
Da aggiungere che in quel periodo Montesardo era detto la piccola Atene e Napoli piccolo. Che le opere di Balduino hanno successo e sono ristampate di continuo negli USA e che il filosofo faceva parte della cosiddetta “Scuola di Padova”.
Torniamo alle epigrafi incastonate nelle architravi dei portoni o finestre che danno sulle strade: i suddetti intellettuali hanno abitato e lavorato in quelle case? “Non solo loro…”, sorride lo studioso.
Ergo: potrebbero essere recuperate e messe in rete per un turismo culturale “alto”, intercettando un mercato potenziale.
Peccato però che tante testimonianze del passato sono state distrutte: avrebbero potuto anche quelle arricchire la proposta: le torri colombaie sono sparite, le aie, i pozzi messapici. Per non dire del villaggio rupestre di Macurano che soffre una presenza antropica tutto l’anno, mentre altrove quei luoghi ipogei sono oggetto di studi approfonditi. Insomma, Montesardo potrebbe vivere di turismo grazie al recupero del suo affascinante passato, e invece si sta spopolando, desertificando, morendo.
Francesco Greco