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I Rioni di Tricase

CAPRARICA DEL CAPO

In merito all’origine del Casale e del toponimo è giusto ricordare che secondo una vecchia tradizione in origine esisteva un ovile di capre le quali davano molto latte. Il paesello venne chiamato “del Capo” per distinguerlo da un altro villaggio vicino a Lecce. Il nome è sicuramente medievale e deriva dalla parola latina caprae e suffisso rica che significa abbondanza.

PIAZZA E CASTELLO

Il castello di Caprarica del Capo (Fonte: Wikipedia)

Il castello di Caprarica del Capo (Fonte: Wikipedia)

Caprarica del Capo ha di notevole solo il Castello. Fu edificato nel 1524 dall’Architetto tricasino Antonio Renna. Ha una forma rettangolare, 4 torri cilindriche agli angoli, un piombatoio sulla porta d’ingresso; anticamente intorno si estendeva un fossato sormontato da un ponte levatoio. Nel Castello c’erano molte stanze, pozzi, granai, alcune botole dove mettevano i prigionieri e li lasciavano morire e infine una prigione. C’era pure una chiesetta dedicata a S. Cristoforo, oggi completamente distrutta. Al centro della piazza vi è una colonna con sopra la statua di S. Andrea Apostolo, protettore del rione, posta di fronte alla Chiesa Matrice. Sul lato sinistro della Chiesa vi sono due lapidi: la prima voluta dai Capraricesi per ricordare i propri morti caduti sul lavoro negli ultimi decenni; la seconda voluta da don Eugenio Licchetta, Parroco del luogo, quale ricordo duraturo dell’amore di Padre David Maria Turoldo per la terra di Tricase.

TORRE VICENCIO MELLACCA – 1555

Nella parte retrostante del Castello, nel fondo denominato “le Specchialline” c’è la Torre Colombaia Mellacca. Essa misura m.6,65 in altezza e m. 15 di circonferenza. Sull’architrave della finestra murata è scritto: “Vicencio Mellacca 1555”.

COLLINETTA E SANTUARIO MADONNA DI FATIMA

Siamo ancora nel rione di Caprarica del Capo e precisamente sulla collinetta della Madonna di Fatima. La Chiesetta della Madonna di Fatima venne elevata a Santuario nel 1957 in occasione del quarantesimo anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima. Nelle vicinanze vi è un monumento, in pietra leccese, eretto nel 1959 e rappresenta Papa Pio XII° chiamato il “Papa della Pace” per il continuo impegno del Pontefice contro la guerra e per l’amore fra le genti.
Oltre le lapidi ed un’edicola votiva, la Chiesetta è circondata da una vegetazione naturale che si adagia sul costone arricchendo il paesaggio collinare. La collinetta è da sempre meta di turisti e curiosi per la sua posizione che permette una visuale suggestiva che dal centro abitato spazia sino al mare Adriatico.

SANT’EUFEMIA

Anticamente era una piccola masseria appartenente al Monastero dei Basiliani. Questa masseria si chiamava Santa Eufemia, nome di una Santa greca come i Padri cui apparteneva. Abolito poi il Monastero, la masseria rimase e si sviluppò nel tempo, diventando un paesello e conservando, come conserva tuttora, l’antico nome.

CRIPTA DEL GONFALONE

La cripta del Gonfalone

Sulla strada provinciale S. Eufemia-Alessano, asse di raccordo tra Tricase e la statale 275 Lecce-Leuca, è ubicata la Cripta bizantina dedicata alla Madonna del Gonfalone da cui prende il nome, scavata in un declivio tufaceo in leggera pendenza verso Ovest e risalente al IX° secolo circa.
Il monumento ha notevole importanza archeologica perché, senza dubbio, è una “laura”(monastero, colonia monaci) scavata dagli italo-greci per mantenere acceso il culto sacro durante le persecuzioni religiose e fu per molto tempo una “grancia” (fattoria-convento) dell’Abbazia di S. Maria de Amito.
La Cripta ha subito numerose trasformazioni; delle sue famose pitture ben poco è rimasto. Degli affreschi, di indubbio valore artistico, dipinti sulle pareti restano soltanto tracce fatiscenti, anzi alcuni sono del tutto scomparsi. Il 22 agosto di ogni anno si svolge una tradizionale fiera.

CHIESA PARROCCHIALE E CORTILI

Nel centro storico di S. Eufemia, oltre la Chiesa Parrocchiale del XVI° secolo, all’interno della quale c’è una tela dedicata alla Santa, si può notare un’architettura ben conservata con archi e cortili di notevole importanza storico-artistica. Caratteristica è anche la stradetta, adiacente a Palazzo Resci, denominata via Corte Grande, non accessibile alle automobili e conservata intatta nel tempo, tanto da far ricordare tipici ambienti architettonici medievali e rinascimentali.
Sempre a S. Eufemia sono altresì caratteristiche le abitazioni a corte, composte da uno o pochi vani essenziali e raccolte attorno ad un cortile condominiale. Altrettanto caratteristici sono i comignoli dei camini, spesso costruiti e dedicati a divinità religiose.

I CUNICOLI

Sempre in tema di caratteristiche che distinguono questo borgo, è giusto ricordare la presenza di antichi cunicoli. Basti pensare che uno di essi è stato censito dallo scienziato Cosimo De Giorgi alla fine del secolo XIX°. Questi cunicoli, quasi sicuramente, avevano una funzione protettiva dai continui e vandalici attacchi dei Turchi. E’ noto che queste popolazioni si spinsero fino ai nostri luoghi procurando scorrerie e attacchi in diversi territori del basso Salento, compreso il territorio di Tricase.

LA COLLINA DI “MONTE ORCO”

La località denominata “Monte Orco” è situata a Nord-Ovest di Tricase, nel rione S. Eufemia, ed è conosciuta anche come “Serra di Tricase” dalle famose “Serre Salentine”. “Monte Orco” è un suggestivo declivio collinare ed ospita un prezioso bosco di querce spinose con esemplari che arrivano a circa 4 metri. Il bosco si estende da “Monte Orco” sino al Santuario della Madonna di Fatima , situato nel rione di Caprarica del Capo.
E’ una zona molto panoramica e di indescrivibile bellezza. Per questo motivo in una superficie di ben 5 ettari, dal 1976, viene rappresentata la Natività di Gesù Cristo. In uno scenario davvero incantevole, con la presenza di macchia mediterranea, di “paiare”, di “muretti a secco”, ecc., da ben vent’anni si svolge il Presepe Vivente di Tricase, divenuto ormai una manifestazione di interesse nazionale.

TUTINO

Il nome Tutino ha origine dall’osco “touto” che significa borgata. Tutino dal latino toti in unum è tutti per uno. Lo stemma civico posto sotto l’altare maggiore della Chiesa Parrocchiale raffigura una mano che stringe un grappolo d’uva.

CASTELLO BARONALE DEI TRANE

Il Castello di Tutino

Il Castello di Tutino (Fonte: Wikipedia)

Il Castello di Tutino fu costruito verso la fine del ‘500 e all’origine il fossato antistante circondava il nucleo centrale. La cinta muraria ed il fossato sono perciò più antichi del Castello; la cinta muraria è alta dai 6 ai 7 metri, spessa 1 metro e mezzo circa. Era rafforzata da ben nove torri, attualmente ne rimangono solo cinque. Il Castello, prospiciente la piazza omonima, venne edificato nel 1580 da Don Luigi Trane, come risulta dall’epigrafe incisa lungo la facciata. Sopra il portone d’ingresso è possibile ancora vedere lo stemma dei Trane. Il materiale è di carparo giallastro, le finestre sono in pietra leccese e su quelle più antiche sono incise delle massime ancora perfettamente leggibili. La parte meglio conservata del Castello è quella posteriore posta ad Est.

CHIESE E CAPPELLE RELIGIOSE

A pochi metri dal Castello c’è la Chiesa Parrocchiale della Madonna delle Grazie. Essa è di pianta a croce latina ed ha due entrate. Sull’architrave della porta principale è incisa un’iscrizione, così pure su quella secondaria, più antica della precedente.
Il soffitto è stato rifatto verso la fine del ‘600 e il campanile risale al 1833. Nell’interno della Chiesa gli altari più interessanti sono quelli posti nei due cappelloni laterali. Dietro l’altare maggiore vi è ancora il coro dove si riunivano i sacerdoti del capitolo di Tutino per celebrare i primi e i secondi vespri. Sempre a Tutino c’è la Cappella di S. Gaetano di Thiene o della Congrega, protettore del rione insieme a S. Antonio da Padova. L’altare di S. Gaetano è posto sulla destra entrando dall’ingresso principale e porta incisa la data del 1657. Sulla strada che anticamente collegava Tutino con Miggiano, dopo alcune centinaia di metri dalle ultime case, si nota la Cappella extraurbana dedicata alla Madonna della Pietà che fu ricostruita nel 1670.

Francesco Accogli


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