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Radar anti-immigrazione a Gagliano del Capo, e per la salute dei cittadini?

Rimbomba su facebook da qualche giorno, in un gruppo creato ad hoc per far incontrare e discutere i gaglianesi e non che hanno a cuore le sorti del nostro territorio e della propria salute.

Ciò di cui parliamo è un radar “anti-immigrazione”. La definizione lascia un po’ perplessi il giorno dopo le celebrazioni volute dal comune di Otranto per i 20anni dal primo sbarco di immigrati albanesi sulle nostre coste, un esodo che anche i giovani ricordano e che sicuramente ha caratterizzato di molto lo spirito d’accoglienza e di apertura dei salentini che vivono sulla costa.

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Anche se il Comando generale della Guardia di finanza mantiene il massimo riserbo sulle località prescelte nel Sud Italia per installare cinque radar a microonde, tre di esse sono note. Si tratta di Gagliano del Capo (Lecce), Siracusa (Sicilia) e dell’isola di Sant’Antioco in Sardegna. Nel Salento l’impianto sorgerà in un terreno di 300 mq ubicato tra le località “Sciuranti” e “Salanare”, si teme addirittura, all’interno del perimetro del parco naturale Otranto – Santa Maria di Leuca – Bosco di Tricase.

Oltre a questo, si sa anche che il “progettino” costa 5.461.700 euro, appaltati dal Comando Generale della GdF direttamente all’Almaviva (leader nel settore) che in cambio, assicurerà l’installazione e la manutenzione dei cinque impianti radar e la formazione del personale della Guardia di finanza attraverso quattro corsi. L’appalto è stato concesso senza l’indizione e la previa pubblicazione di un bando di gara nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, con la motivazione che “i lavori e i servizi possono essere forniti unicamente da una determinata fornitrice, la Almaviva SpA, che possiede le prescrizioni di natura tecnica e i diritti esclusivi dei materiali”.

Queste le notizie da Roma:
Almaviva è uno degli attori privati chiave nel campo delle politiche “sicuritarie” e di contrasto all’immigrazione. Oltre ad aver collaborato con il governo nella realizzazione del “permesso di soggiorno elettronico”, la società partecipa ai progetti previsti dal programma operativo nazionale (PON) “Sicurezza per lo sviluppo – Obiettivo Convergenza 2007-2013”, finalizzato ad “aumentare le condizioni di sicurezza e legalità in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia”. Il 21 aprile 2010, in associazione temporanea con Unisys SpA e Secom Srl, Almaviva si è aggiudicata la gara indetta dalla Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere per la realizzazione di un “sistema di raccolta informazioni, analisi e relativo monitoraggio finalizzato al coordinamento delle attività di contrasto all’immigrazione clandestina attraverso il Mediterraneo allargato e le frontiere terrestri (SATM)”.

La nuova Rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera sarà integrata al sistema di comando, controllo, comunicazioni, computer ed informazioni (C4I) della Guardia di finanza. Grazie alle risorse del “Fondo europeo per le frontiere esterne”, programma quadro 2007-08 contro i flussi migratori, il Comando generale della forza armata ha acquistato cinque sofisticati EL/M-2226 ACSR (Advanced Coastal Surveillance Radar) realizzati da Elta Systems, società controllata dalla Israel Aerospace Industries Ltd. I radar sono appositamente progettati per l’individuazione di imbarcazioni veloci di piccole dimensioni. “Le immagini ad alta risoluzione captate dal sistema – informano i manager dell’industria bellica israeliana – vengono utilizzate per prevenire l’immigrazione e la pesca illegale, il traffico di droga, gli attacchi terroristici e il contrabbando; per realizzare missioni di ricerca e salvataggio; per individuare target aerei, navali, sottomarini e segnali emessi da antenne radar”.

L’EL/M-2226 ha una portata di oltre 50 chilometri e, posto a livello del mare, è in grado di scoprire uno scafo veloce a 10 miglia o un gommone a 7. “Il duplice esame ottico e all’infrarosso degli obiettivi sospetti scoperti dal radar ne consentono la distinzione in leciti o illeciti”, si legge sulle brochure di Elta Systems. “Il sistema è in grado di mantenere sottocontrollo oltre cento bersagli contemporaneamente; il riconoscimento dei gommoni impiegati nell’immigrazione clandestina avviene con l’analisi, per ogni natante avvistato, della velocità, rotta, provenienza, dimensioni, riconoscimento del numero di persone a bordo. Opera 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, anche in condizioni climatiche particolarmente avverse, in network con altri tipi di sensori installati su imbarcazioni navali, aerei ed elicotteri”.

Ora torniamo a casa nostra. Gli internauti gaglianesi denunciano che “nessuno dei cittadini gaglianesi era a conoscenza dell’installazione di questo radar. Nessuno ha informato la popolazione e men che meno gli abitanti della zona interessata dalla costruzione della base radar. Da ciò si evince che, a parte gli ipotetici “vantaggi” che si potrebbero trarre (contrastare sbarchi, traffici illegali, attacchi terroristici), la mancata informazione sia scaturita proprio dalla consapevolezza degli effetti disastrosi del radar su salute, flora e fauna!”.

E la rabbia fa sì che i gaglianesi si appellino alla Costituzione, quando denunciano: “l’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione” in questo caso invece sono stati elusi i più elementari processi di partecipazione democratica ed è questo uno dei motivi principali della nostra protesta.

Per quanto riguarda la zona scelta per l’installazione del radar, non si tratta del Parco d’Otranto – si legge negli interventi – perchè nessuno ovviamente poteva permettere che una mostruosità simile potesse deturpare il nostro angolo di paradiso, però gli “innominabili” hanno pensato bene di piantare il radar a ridosso della linea di confine del Parco d’Otranto! E cos’è cambiato? Il bello è che quella è comunque una zona con vincolo paesaggistico, all’interno della quale vige per chiunque il divieto assoluto di costruire!
E a questo punto ci chiediamo: chi e perché ha dato i permessi per l’avviamento dei lavori in una zona protetta?
Chi ha dato il permesso di costruire una struttura orribile alta quasi quanto il faro di Leuca, a 20 m dal Parco costa d’Otranto?”.

In realtà, in Sicilia i lavori per la costruzione del radar sono stati bloccati. La ditta che ha già iniziato i lavori a Gagliano, per la costruzione delle antenne radar che saranno montate in cima a tralicci alti 36 metri su estese piattaforme in calcestruzzo, shelter e cabine destinate a contenere gli apparati di trasmissione, giunge dall’isola della triscele “cacciata” dai cittadini stessi, che pare abbiano messo in mora il sindaco del luogo e diversi enti preposti a fornire pareri di compatibilità affinché si vedesse chiaro in merito all’impatto elettromagnetico del radar.

I cittadini incalzano poi sul punto cruciale della questione: la salute pubblica.
“Non si hanno ancora notizie certe sui danni che questo radar possa causare all
a nostra salute. Però si sa che ormai funziona così: c’e’ bisogno che qualcuno si ammali, che qualcun’altro muoia di leucemia, che qualche bambino nasca malformato… Poi magari ci daranno anche un contentino di risarcimento (ne parliamo con certezza perchè di storie del genere ne conosciamo abbastanza, sono ormai all’ordine del giorno) ma il radar rimarrà sempre lì, e finchè nessuno si ribella ne costruiranno un altro…e un altro ancora! Noi personalmente preferiamo 10 sbarchi di clandestini in più rispetto ad una malattia!”

Alle tesi che prospettano danni zero all’uomo per via della cupola neutra che i radar produrrebbero a ridosso del luogo in cui sono installati, si risponde “Tecnicamente possiamo aggiungere che non c’è nessuna cupola neutra che potrebbe esonerare la popolazione dalle radiazioni perchè il sistema è stato sviluppato nella configurazione a corto medio e lungo raggio, incorpora un’antenna fissa, un trasmettitore radio (il più dannoso in assoluto, ricordiamo l’alta percentuale delle morti per leucemia che dal 1990 in poi sono state registrate a Montesardo dopo l’installazione dell’antenna radio), un ricevitore, un processore del segnale ed un’unità di controllo a gestione informatica.

Sottolineamo che le microonde emesse dal radar, onde molto corte comprese tra i 300Mhz e i 300Ghz, sono state dichiarate estremamente pericolose per l’uomo, la fauna e la flora”.

Da qualche ricerca qua e là, alla quale ovviamente non possiamo dare valore scientifico, ma apprezzeremmo che chi è del mestiere ci illumini, fatta qualche proporzione vien fuori che il campo elettromagnetico di questo radar sia 100 volte superiore a quello dei ripetitori telefonici.

Ma c’è chi dice che in merito “anche l’Arpa ha dato il nulla osta, con riferimenti normativi ben più rigorosi rispetto anche a quelli europei! Questo per me è sufficiente per ritenere fattibile l’opera nel momento in cui i lavori hanno inizio, se crediamo – sia pure con la dovuta cautela – alle istituzioni, se invece crediamo di essere nella foresta preistorica prepariamoci alla guerriglia”.

Ma piuttosto che prospettare la “guerriglia” tra i cittadini, impostando forse l’argomento su un aspetto più politico che ambientale, non sarebbe meglio che i cittadini venissero informati di quanto accadrà dalle stesse istituzioni, di concerto con gli Enti di vigilanza ambientale, le associazioni e qualche medico specialistico, che con carte alla mano, spieghino i rischi e le condizioni di questo radar?

In fondo, anche se non si tratta di un impianto industriale, il diritto all’informazione sul rischio della direttiva Seveso che obbliga ad un’informazione “tempestiva, resa comprensibile, aggiornata e diffusa” si potrebbe applicare anche in questo caso e farebbe godere i cittadini del loro “diritto di essere informati”.

Noi, dal nostro modestissimo punto di vista, crediamo nel valore dell’informazione, come diritto fondamentale dei cittadini che vogliano liberamente partecipare alle scelte che li vedono protagonisti.
Oggi abbiamo solo cercato di darvi uno strumento per rivendicare questo diritto.
Grazie fin d’ora a chi ci aiuterà a divulgare questo strumento o darà delle risposte alle “nostre” domande.

Elisabetta Marra
Fonte: http://www.dalsalento.it


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