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San Giovanni Piscopio a Cutrofiano

Al centro della penisola salentina, lungo le direttrici per raggiungere Otranto, Gallipoli e Santa Maria di Leuca, sorgevano un tempo alcuni piccoli casali di cui oggi rimangono poche tracce: Francavilla, Petrore, Badia e Piscopio.

Attraversati da frotte di pellegrini diretti verso de finibus terrae e in prossimità di numerosi centri importanti come Galatina, Supersano, Ruffano e Scorrano, questi territori hanno restituito numerose testimonianze della presenza antropica fin da tempi remoti. Ne sanno qualcosa i contadini che qui possiedono dei terreni e che si sono dimostrati, inconsapevolmente, “archeologi in trattore”. Proprio l’utilizzo di mezzi agricoli pesanti, durante la realizzazione di alcune centinaia di buche per la piantumazione di alberi di ulivo, ha riportato alla luce i resti di alcune sepolture di epoche differenti.

Molti di queste sono state in parte distrutte dai mezzi pesanti, ma ciò che è sopravvissuto è stato sufficiente per delineare le differenti fasi delle frequentazione umana nell’antico casale, oggi conosciuto come località San Giovanni Piscopio.

La scoperta, non del tutto inattesa, ha indotto ad una campagna archeologica nel 2006, in piena emergenza, che ha interessato un’area di circa 14.000 metri quadrati, in gran parte caratterizzata dalla presenza di roccia affiorante.

Le sepolture appartengono a periodi differenti, come differenti sono gli archi temporali nei quali sono stati collocati cronologicamente i numerosi  frammenti fittili: neolitico, età del bronzo, Roma imperiale, alto medioevo.

La maggior parte dei resti delle inumazioni si colloca nel periodo della Roma imperiale ed una ventina in quello alto medioevale. Tutte le sepolture sono state rinvenute sprovviste di lastra di copertura, che farebbe presupporre ad un parziale, ad in alcuni casi totale, spoliazione del contenuto.

L’eterogeneità delle sepolture non consente di identificare degli schemi specifici: l’orientamento sembra seguire l’andamento del cimitero piuttosto che un allineamento lungo i punti cardinali e solo in un caso è stata riscontrata la presenza di una sepoltura multipla. Quest’ultima era una pratica nata nell’alto medioevo per poi diffondersi nel basso medioevo, quando il concetto di sepoltura si spostava sempre più verso quello di “Tomba di Famiglia”. Lo dimostra il gran numero di sepolture collettive rinvenute nei villaggi di Quattromacine, a Giuggianello, e di Apigliano, a Martano.

Quasi al centro dell’area cimiteriale, sovrastando lo scavo di altre tombe, una fossa quadrata scavata nel banco roccioso, con un gradino che corre lungo due lati. Una struttura che secondo gli studiosi farebbe pensare, per similitudine con altre pressoché analoghe, ad un fonte battesimale infantile (date le dimensioni ridotte) per immersione. Una rarità nella penisola italiana (ne sono censiti solo 43 in ambito rurale tra il IV ed il VII secolo e solo sette sono quadrati), un’eccezione in puglia, insieme a quelle localizzato a Belmonte. Non si dispongono di dati certi per poter avvalorare questa ipotesi, nè tantomeno si possono desumere informazioni cronologiche sulla struttura ma, il toponimo, Piscopio, attestato come Espiscopio nel 1522 (nel corso di una visita pastorale dalla quale si desume che il casale era già disabitato), rimanderebbe al latino episcopus, ossia vescovo, colui a cui spettavano tutte le decisioni in materia di battesimo.

Cappella di San Giovanni Piscopio

Ciò che oggi resta ben inquadrabile dell’area dove un tempo sorgeva l’antico centro abitato di San Giovanni Piscopio,nei pressi dell’area cimiteriale, citato nel 1291 e poi nel 1353 tra i possedimenti dei De Brienne, è la piccola cappella omonima con una cripta al suo fianco, alla quale si accede con pochi gradini.

La cappella, che ha più l’aspetto di un’enorme edicola votiva, conserva un affresco seicentesco di San Giovanni Battista, santo al quale è intitolata tutta l’area e che avvalorerebbe l’ipotesi della presenza di un fonte battesimale rurale nella zona.

La cripta presenta alcune tracce di affreschi in prossimità dell’ingresso, ed un colonna, non più integra, al centro. Dalla pulizia dell’invaso, del diametro di cinque metri circa, sono stati estratti un frammento della base di una colonna, probabilmente di un edificio preesistente, la parte superiore di un sarcofago del vicino cimitero ed alcuni frammenti di ceramiche, come in superficie nei pressi della cappella, databili in un arco di tempo compreso tra il XIII ed il XVI secolo.

Cripta di San Giovanni Piscopio

La desertificazione del casale è stata una delle conseguenze della crisi agraria che ha colpito l’Europa nel ‘300 oltre che delle sempre più frequenti incursioni saracene, che ha indotto via via gli abitanti delle contrade rurali ad abbandonare, progressivamente, le proprie abitazioni per ripiegare verso più sicuri e protetti centri fortificati.

Marco Piccinni

Bibliografia:

L’area cimiteriale e il casale in località S. Giovanni Piscopìo, Cutrofiano (Lecce) – a cura di Brunella Bruno con testi di Paul Arthur, Brunella Bruno, Valeria Camilleri, Florin Curta, Marco Leo Imperiale, Salvatore Matteo, Luciano Piepoli, Marisa Tinelli. Archeologia Medievale XXXV, 2008, pp. 199-239


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