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Santa Maria delle Strada, Taurisano

Origini controverse per la meravigliosa chiesa di Santa Maria Madonna della Strada, in quel di Taurisano.  Una chiesa probabilmente di nobile committenza data l’assenza di blocchi di reimpiego e le notevoli dimensioni nonostante la veneranda età, la cui erezione, secondo alcuni confronti artistici negli elementi sopravvissuti, sarebbe da collocare tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. I confronti vanno a sfiorare capolavori del romanico Salentino, tra cui la chiesa della madonna della Lizza di Alezio, San Francesco a Specchia Preti, la Madonna del Casale ad Ugento e ad alcune chiese del tarantino: una tra tutte, quella di San Domenico.

Secondo Stefano Cortese nella chiesa tarantina sarebbe sepolto il probabile committente dell’edificio taurisanese, o di un suo eventuale rimaneggiamento, un certo Giovanni de Taurecsano. La chiesa della Madonna della Strada presenta elementi architettonici tipici del gotico di derivazione francese, tra cui l’arco ogivale (presente anche in altre chiese del Salento, tra cui quella di Santa Maria di Pompignano tra Muro Leccese e Sanarica, e che divide i due corpi di fabbrica originali dell’edificio ai quali se ne aggiungeranno altri quattro fino al XX secolo). Proprio dopo la calata angioina la famiglia De Hugot assunse la denominazione De Taurecsano.

Santa Maria della Strada, interno

Santa Maria della Strada, interno

Il primo elemento distintivo caratterizzante questo luogo di culto è la magnifica facciata impreziosita da un portale inquadrato tra due colonne sulle quali sono posizionati due animali sibolici: un leone che morde il serpente che gli avvolge il corpo con le proprie spire e un toro, entrambi accovacciati. L’impiego del toro si allaccia nella pratica sacrificale ebraica, sancita dal Levitivo, laddove il toro è designato la vittima sacrificale di espiazione dei peccati umani. I due animali poggiano su due capitelli decorati con teste virili, una delle quali coronata. I particolari autorizzano a riconoscervi due coppie di personaggi “illustri”: Davide e Salomone, Isaia e Daniele.

Il portale è costituito da tre fasce scolpite da motivi geometrici e vegetali, incorniciando il bassorilievo rappresentante l’Annunciazione: la scena è inquadrata tra due colonne alle quali sono accostati due pavoni, l’arcangelo Gabriele a sinistra e la figura della Vergine seduta in trono sulla destra.

Santa Maria della Strada, facciata

Santa Maria della Strada, facciata

La zona superiore della facciata è campita da un ampio rosone con cornice a tre registri: il giro più interno è un intreccio che fa eco al sottostante portale, l’intermedio è punteggiato dai dodici busti degli apostoli schierati ai lati del Cristo, l’esterno è un sopracciglio dalle estremità evidenziate dall’aggetto di due protomi, l’uomo alato di San Marco, e l’aquila dell’evangelista Giovanni; la decorazione del rosone è correlata al più vistoso complesso sottostante

Gli scavi del 2004, ad opera del Laboratorio di Archeologia Medievale dell’Università degli studi di Lecce, non hanno restituito elementi databili a prima del XIV secolo e hanno consentito di individuare le varie fasi di ampliamento dell’edificio.

Secondo quanto riportato alla luce, nel XVI secolo venne aggiunto al corpo di fabbrica la cappella consacrata dell’Annunciazione, un unico ambiente, composta da una volta a crociera sorretta da semipilastri e capitelli troncoconici rovesciati.  Qui la decorazione pittorica risale al 1534 e vede un San Nicola in trono sul pilastro, una bella raffigurazione della Madonna di Costantinopoli sormontata dal Dio Padre, un crocefisso tra la Vergine e San Leonardo, un’Annunciazione con l’impaginazione di richiamo quattrocentesco e Sant’Antonio Abate.

Santa Maria della Strada, affresco dell'Annunciazione

Santa Maria della Strada, affresco dell’Annunciazione

Nel settecento un ulteriore ambiente venne aggiunto, per volontà dell’università di Taurisano, una grande cappella composta da un unico ambiente coperto da una volta a crociera e da un successivo vano costruito con funzione di nicchia. La realizzazione di questo nuovo corpo di fabbrica comportò il cambiamento radicale dell’orientamento liturgico dell’edificio con la realizzazione del nuovo altare maggiore a ridosso della parete meridionale. Nel secolo scorso, invece, venne aggiunto l’ambiente adibito a sacrestia.

Sulla parete meridionale dell’edificio, dove è presente, secondo Jacob, l’unico orologio solare in Italia con caratteri greci, sono ancora visibili le buche pontaie, che tradiscono probabilmente una copertura a doppia falda del primitivo tempio; la zona presbiteriale però, rinvenuta durante gli scavi, era coperta da una volta in muratura.

L’ingresso minore è sormontato da una bifora cieca ad arco trilobio, originariamente affrescata, che ricorda gli stessi identici motivi decorativi presenti in alcune chiese, come per le cornici dei Santi Stefano ed Elia ad Alezio.

Dalla già citata campagna di scavi sono state poste in luce una serie di tombe, le quali attestano l’utilizzo della chiesa anche a scopo funerario, che coprono un arco temporale piuttosto lungo che va dal Basso Medioevo, con il giaciglio scavato direttamente nel banco di calcarenite, alle più recenti camere  funerarie post-medioevali (XVII secolo circa, scavate di dimensioni e altezze differenti in prossimità dell’attuale altare maggiore).

L’utilizzo di questo luogo come cimitero è coevo alla prima fase costruttiva della chiesa. È logico quindi pensare che dovessero occupare per interno tutto lo spazio interno dell’edificio. Si tratta principalmente di tombe infantili, le quali suggeriscono l’utilizzo funerario del luogo da parte di una comunità rurale piuttosto che da pellegrini in viaggio, nonostante possa aver svolto l’importante ruolo di stazione di sosta pellegrinale per i penitenti in viaggio verso il santuario di Santa Maria di Leuca.

All’interno di una tomba è stata rinvenuta, oltre a monete ed altri oggetti “usuali” per una sepoltura, una foglia di leccio parzialmente mineralizzata utilizzata, insieme a carboni intrisi di incenso ed altre essenze vegetali aromatiche, per mascherare gli odori della decomposizione dei cadaveri. L’acqua santa, invece, insieme ad un fischietto in terracotta rinvenuto all’interno della stessa tomba, avrebbe avuto una funzione apotropaica nell’allontanare il male e gli spiriti maligni.

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA:

Stefano Cortese, Santa Maria della Strada dal XII al XVI secolo, pagg 93-99 in I Bizantini del XXI secolo. Atti dei convegni di Studi nel Salento meridionale (2013), a cura di Stefano Tanisi.

Margherita Pasquale, La facciata di Santa Maria della Strada a Taurisano in terra d’Otranto, note di iconografia e iconologia medievale, pagg. 59-91 in I Bizantini del XXI secolo. Atti dei convegni di Studi nel Salento meridionale (2013), a cura di Stefano Tanisi.

Le informazioni relative alla diverse fasi costruttive sono tratte dai pannelli illustrativi collocati all’interno dell’edificio.

Wikipedia: Chiesa di Santa Maria della Strada.


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