Le frazioni, Depressa e Lucugnano, e le marine, la Serra ed il Porto
LUCUGNANO
Secondo alcuni storici il toponimo di Lucugnano deriverebbe dal gentilizio romano Lucullus o dal latino Lucus Jani , cioè bosco sacro alla divinità Giano. Infatti Lucus , in latino, significa veramente non un bosco qualsiasi, ma un bosco sacro.
CASTELLO E PALAZZO BARONALE DEL POETA GIROLAMO COMI
Del cinquecentesco Castello o Palazzo Baronale dei Capece, nobile famiglia di Terra d’Otranto con il titolo di Barone, rimane solo il torrione. La restante parte è frutto di vari e, non sempre positivi, rimaneggiamenti nei secoli successivi. Attualmente è diviso in due parti con relativi proprietari.
Nella piazza centrale è situato il busto bronzeo in onore all’insigne salentino Girolamo Comi (1890 –1968). Numerose sono le opere in prosa e in poesia del poeta di Lucugnano. Di fronte al monumento c’è il Palazzo Baronale del poeta Comi, attualmente proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Lecce, dove ha sede la Biblioteca Provinciale “Girolamo Comi”, a piano terra e il “Museo Comi”, nel piano primo, nel quale si conservano il patrimonio librario e gli scritti del poeta salentino.
CHIESA PARROCCHIALE E CAPPELLE RELIGIOSE
Fra i monumenti religiosi di Lucugnano è giusto ricordare, prima di tutto, la Parrocchiale, dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo. Non si conosce con precisione la data di costruzione, però è noto che subì la prima trasformazione nel 1609, poi venne ampliata nel 1814 e restaurata nel 1905. Oltre l’altare maggiore, ha sei altari laterali.
A Lucugnano vi sono diverse Cappelle religiose. Ricordiamo quella di S. Giuseppe (secolo XVIII), sita sulla provinciale Lucugnano-Montesano; la Cappella di S. Francesco (1719), in via dei Vasai, che non è aperta al culto da più di un secolo; quella di S. Croce (1710), situata nell’omonima piazza; la Cappella della Madonna delle Grazie (fine secolo XVIII), in via delle Grazie e la più recente dedicata a S. Rocco (1969), in via S. Rocco.
ARTE FIGULA
Lucugnano è anche conosciuto perché si è sviluppato, nell’ultimo secolo, un fiorente artigianato: l’arte della creta, fonte di guadagno e di orgoglio per molti abitanti.
PAPA GALEAZZO (CALIAZZU)
Questa frazione di Tricase è anche nota per un caratteristico personaggio. Non possiamo dimenticare, nel parlare di Lucugnano, dell’estroso e bizzarro Arciprete “Papa Galeazzo” (Papa Caliazzu). Era un personaggio ricco di arguzia, autore ed attore di barzellette, “li cunti”, e di episodi divertenti, leggendari ed anacronistici. Sulla sua esistenza, per la verità, si hanno molti dubbi; ecco perché alcuni pensano che sia stato il frutto della creatività e della fantasia popolare, altri sostengono, invece, che sia vissuto nel XVII° secolo.
DEPRESSA
Depressa ha certamente origini antiche, ma la prima notizia ufficialmente documentata è del 1269.
CASTELLO BARONALE DEI WINSPEARE
I Gallone presero possesso del paesino e si insediarono nel Castello (la data 1608, con lo stemma dei Gallone, è visibile sul portone e sotto il piombatoio del Castello), ma la loro presenza divenne tangibile solo nel secolo scorso con Emanuela Gallone ed Antonio Winspeare.
Il Castello è attualmente di proprietà del Barone Riccardo Winspeare. Il nucleo più antico è del XIV° secolo. Fu, per diversi anni, ritenuto secondario ed utilizzato come semplice masseria. Conserva ancora le due torri quadrate del 1500, il loggiato e la scala che danno su un cortile rettangolare, al quale nell’800 fu aggiunto un porticato.
E’ ben conservato e abitato tuttora dalla Famiglia Winspeare, nel piano sottostante c’è un ricco museo che testimonia la storia del Casato e l’amore per gli antenati, i loro costumi e le loro tradizioni. Nel periodo estivo il Castello dei Winspeare ospita quasi ogni anno numerosi personaggi delle Case Reali d’Europa. I più affezionati sono gli attuali Sovrani del Belgio. Nel Castello di Depressa abita, quasi tutto l’anno, Edoardo Winspeare, famoso e apprezzato regista.
CHIESE E CAPPELLE RELIGIOSE
Di discreta importanza sono le Chiese, tra cui la Parrocchiale di S. Maria delle Grazie (secolo XVII°), con una pregevole croce in rame dorata del Seicento ed una splendida tela della Vergine del Rosario. Ricordiamo anche la Cappella dei SS. Medici (1645), la Chiesa di S. Elia Profeta (secolo XVII°) e la Cappella dell’Immacolata Concezione (1956), benedetta nel 1968 e nella quale vi sono due meravigliose tele, l’Annunciazione e l’Assunzione, prodotte dallo scultore e pittore di Salve (Lecce), prof. Vito Russo, inaugurate il 30 gennaio 1994.
CALVARIO
E’ giusto citare anche il Calvario di Depressa. Esso è stato costruito nel 1885 (come è scritto nella parte superiore della raffigurazione centrale) ed è situato nella zona denominata “Largo dei Pozzi Messapici” in via Gaetano Salvemini (provinciale Depressa- Castiglione). Il 15 aprile 1973 il Calvario è stato restaurato con cinque quadri in ceramica scultorea.
LE MARINE
TRICASE PORTO
La costa tricasina si estende a semicerchio per circa 8 chilometri e comprende le due località di Tricase Porto e Marina Serra.
La marina di Tricase è una riviera ideale per una vacanza balneare per eccellenza, solare e serena, propizia alla vera distensione del corpo e dello spirito, con la civiltà di una terra antica, saggia, ospitale e cortese: il tutto a misura d’uomo.
Per chi apprezza la vita all’aperto, una cucina sana e genuina, una vacanza salubre e ricca di fantasia, la pace e la tranquillità del mare, la riviera tricasina è il posto certamente ideale. La costa di Tricase Porto si estende dalla Torre del Sasso a levante sino al promontorio del Calino a ponente. Il porto di Tricase, noto sin dal 1400, è un’insenatura naturale con una profondità variabile da due a sette metri. Ultimamente è stato aggiunto un altro porticciolo per permettere il ricovero della barche da diporto e per sviluppare il turismo.
Fra i monumenti religiosi è da ricordare la Chiesetta di San Nicola, protettore di Tricase Porto. Fra quelli storici la Torre del Sasso, perché situata su una grande e maestosa roccia. Essa è a 116 metri sul livello del mare e fu costruita per difendere Tricase e le contrade vicine dagli attacchi dei Turchi e dei Saraceni nel XVI° secolo, come tutte le altre presenti sulla litoranea.
MARINA SERRA
Tra Tricase Porto e Marina Serra, tratto di litoranea con ai lati gli oleandri in fiore che creano uno scenario veramente meraviglioso, troviamo un’altra insenatura naturale: il Canale del Rio o il Canale “lu Riu”. Questa insenatura ha dato adito a leggende popolari tanto che la gente del luogo dando alle forti e profonde impressioni un’origine meravigliosa lo chiama del Rio perché ritiene quasi fosse un parto diabolico (secondo la leggenda, il canale del Rio fu scavato dal diavolo in una sola notte). Questo specchio d’acqua, di una bellezza unica, con la scogliera alta e con l’acqua limpida e chiara, è meta continua di presenze di turisti italiani e stranieri.
Alla distanza di un miglio incontriamo un piccolo Tempio dedicato all’Assunzione della Vergine e comunemente chiamato Santa Maria della Serra. La chiesa, che è del XVI° secolo, è stata elevata a Santuario il 1° novembre del 1950, nella ricorrenza dell’Anno Santo.
L’osservatore può notare subito il promontorio del Calino che domina il paesaggio, dove la vegetazione è ricca e fiorente. Lungo il seno formato dal mare che si addentra nella costa si ammira la Grotta Matrona (quasi Madre di tutte le altre che circondano il litorale) accessibile soltanto dal mare e bella per i riflessi dei raggi solari nell’acqua che si colora di tinte azzurre come nella grotta di Capri.
Sul litorale c’è la Torre Palane che, illuminata di sera, fa un bellissimo effetto. A levante della torre vi è il vano di un’antica grotta di figura circolare screpolata dal tempo: la gente la chiama “Acquaviva”. Qui infatti c’è una scaturigine di acqua dolce abbondantissima, che nelle ore di bassa marea da due punti si versa nel mare.
Giunti alla sommità del Calino, prima di continuare la litoranea Novaglie –Leuca, è quasi d’obbligo una fermata al rinomato “Belvedere”, balcone naturale che si affaccia sul mare e permette una visuale panoramica della costa fino alle marine di Andrano e di Castro.
Francesco Accogli