Il culto di Santa Maria Maddalena a Castiglione di Andrano
La figura di Santa Maria Maddalena, controversa e ancora avvolta nel mistero, è sicuramente una delle più intriganti di quelle narrate nei vangeli apocrifi e nel Nuovo Testamento. Sono proprio quest’ultimi però a contribuire ad alimentare dell’aura di mistero che circonda questa figura femminile. Da un’attenta analisi dei testi sacri ci accorgeremmo infatti che sono tre le figure femminili, riconosciute con il nome di Maria, che fanno la loro comparsa in momenti diversi e importanti della scena evangelica e della vita di Gesù: Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro; un’anonima peccatrice, che ricevette il perdono da peccati da parte Gesù dopo che, pentendosi per le colpe di cui si era macchiata, unse i piedi del Signore e li asciugò con i suoi capelli, nella casa di Simone, il Fariseo; Maria di Magdala (la donna liberata dai sette demoni), che vide per prima il corpo risorto del signore nonchè testimone della sua crocefissione:
“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.” (Giovanni 19,25)
“Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro…. Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.” (Giovanni 20,1,18)
Queste donne sono state identificate come una sola, conosciuta inseguito con il solo nome di Maria Maddalena, da papa Gregorio Magno. Nel 1969, durante il concilio Vaticano II, la chiesa fa un passo indietro affermando che le tre figure menzionate nei vangeli dovevano senza ombra di dubbio riferirsi a tre donne distinte.
Le sue vicende rimangono strettamente legate a quelle di Gesù, che segue come il migliore degli apostoli e il più fedele dei discepoli, per poi perdersi nel nulla dopo la sua morte. Per molti storici sarebbe proprio questo il tassello su cui bisognerebbe investigare per scoprire qualcosa di più su Maria Maddalena.
Forse è anche per questo motivo che intorno a questa figura sono nate innumerevole storie, alcune probabilmente frutto dell’immaginazione, altre debolmente suffragate da fiebili tracce ed evidenze. Tra queste vi sono quelle che vorrebbero la Maddalena come la vera autrice del vangelo di Giovanni, in quanto la discepola più amata; altre invece la vorrebbero come moglie e madre della stirpe di Gesù (i Merovingi); altre ancora come il vertice di una delle prime comunità cristiane.
Fatto stà che la Chiesa ha più volte nel passato messo in luce e poi in ombra la figura di questa donna. Alcuni ritengono che la caccia alle streghe sia proprio cominciata in quanto la chiesa temesse la donna in quanto tale, un vago ricordo della figura dominante della Santa in passato. Il successivo accostamento poi all’ordine dei Templari ha contribuito notevolemente a destabilizzare il quadro, già poco chiaro, del ruolo che la Maddalena ha avuto nella storia.
Ad ogni modo ha contruito come gli altri apostoli alla diffusione delle parola del Maestro, e probabilmente il viaggio che la condusse in Francia fosse proprio dettato da questa ragione.
Il culto di Maria Maddalena si perde nella notte dei tempi. Quello più antico di cui si ha memoria risale alla fine del IV secolo. Si svolgeva nei riti della Chiesa Orientale la seconda domenica dopo Pasqua, la domenica “delle mirrofore” (ossia delle portatrici di unguenti), in cui la Santa veniva commemorata insieme alle altre pie donne con cui si recò al sepolcro, il gorno dopo la morte di Gesù, per ungerne il corpo.
Il primo centro della venerazione della Maddalena fu Efeso, dove si diceva fosse pure la sua tomba, nell’ingresso della grotta dei Sette Dormienti; si sposta poi a Costantinopoli, dove all’epoca di Leone il Filosofo (nel 886) sarebbe stato trasferito il corpo, e si diffonde poi nella Chiesa Occidentale soprattutto dal XI secolo. Questo avvenne grazie all’Ordine dei Frati Predicatori, secondo la testimonianza di Umberto de Romans:
“Dopo che la Maddalena si è data alla penitenza, è stata resa dal Signore così grande per grazia, che dopo la Beata Vergine non si trova donna alla quale nel mondo non si renda maggior riverenza e non si dia maggior gloria in cielo”.
L’Ordine dei Predicatori l’annoverò nel numero dei suoi patroni. Frati e suore la onorarono col titolo di “Apostola degli Apostoli“, come viene celebrata nella liturgia bizantina, e paragonarono la missione della Maddalena, di annunciare la risurrezione, col loro uffizio apostolico.
Il culto di Maddalena si diffuse in Europa ed i suoi devoti costruirono numerose chiese in suo onore: la più nota è quella gotica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume (1295) dove è conservato quello che si dice sia il teschio della santa, ma la prima in cui si formò il culto di Maria Maddalena è l‘abbazia di Vezelay dove già nel 1050 si diceva fosse conservato il corpo.
Questo culto è arrivato poi anche in Italia e nel Salento, infatti, a pochi metri della cripta dello Spirito Santo di Castiglione, sorge un piccolo tempietto, la cui struttura originale è stata eretta probabilmente intorno al 1400, dedicato proprio a lei, a Santa Maria Maddalena, la donna a cui Gesù rivelò la potenza dello Spirito Santo e di come avrebbe cambiato le cose. Maddalena rappresentava egregiamente anche la figura della redenzionee del pentimento (se davvero le si possa attribuire il passato di peccatrice descritto nelle Sacre Scritture) così come la zona in cui è eretta, meta di pellegrinaggi di uomini e donne che spesso si trascinavano dietro enormi massi affinchè le proprie colpe potessero essere perdonate.
Intorno al Santuario, nello spazio denominato “Lo Trice“, si svolgeva ogni 22 luglio (il giorno in cui la chiesa Cattolica venera la Santa) dal lontano 1752, su istituzione del sovrano Carlo di Borbone (re del Regno di Napoli e poi di Spagna), una solenne fiera che richiamava visitatori da molti paesi e nella quale si contrattava per la definizione del prezzo dei cereali. Questa era particolarmente importante in passato, in quanto l’Universitas di Castiglione nominava un civile per rivestire la carica del Magister Nundinarum, ossia il Maestro del Mercato, la cui giurisdizione si estendeva sia su atti giuridici che religiosi della vita dei suoi concittadini. L’elezione del Magister sospendeva l’attività giuridica del Governatore locale fino alla durata della carica. Ora la fiera si è spostata all’interno del centro storico del comune di cui Castiglione è frazione, Andrano.
A testimonianza di quantro abbiamo appena affermato ci viene in aiuto la lapide scolpita in pietre locale, posta sull’architrave delle chiesa, che recita:
“A Dio Ottimo Massimo. Carlo di Borbone, re delle due Sicilie e di Gerusalemme, concesse il privilegio della fiera alla cittadinanza di castiglione per il giorno 22 del mese di Luglio in perpetuo, con la possibilità di eleggere il Maestro della fiera. E da allora per la memoria dei posteri è stato collocato questo marmo nel 1752, anno in cui questo privilegio è stato concesso“
La chiesetta è stata ricostruita nel 1752 utilizzando le stesse fondamenta del nucleo preesistente e arredata con due raffigurazioni delle Santa, una su un affresco, che la raffigura mentre giunge da sola a bordo di una piccola barchetta al porto di Marsigila scortata da una colomba bianca, e un paliotto in legno che raffigura la stessa immagine.
La vita spirituale della chiesa non era però molto attiva, infatti da un precedente visita pastorale di Mons. Sillano del 1665, ne fu ordinata la chiusura a chiave proprio perchè priva di rendite, e quasi un secolo più tardi fu interdetta al culto dall’arcivescovo di Otranto. I motivi che portarono all’interdizione erano molteplici, oltre allo stato di abbandono la chiesetta era priva dei rudimenti necessari alla celebrazione di una classica messa (altare portatile compreso). Nel XIX secolo invece avvenne una piccola svolta nella storia di Castiglione che rimise la chiesetta sul sentiero del culto: dato che il paese era privo di un cimitero comunale, la cappella di Santa Maria Maddalena venne adibita a luogo di sepoltura in sostituzione della chiesa matrice, adibita anch’essa a sepoltura fino a poco tempo prima, e quindi riutilizzata anche per la celebrazione delle Sante Messe in onore dei defunti.
Purtroppo oggi la situazione è tornata ad essere simile a quella di un tempo, la cappella è stata nuovamente trascurata e abbondonata a se stessa, privata addirittura di un cartello turistico che ne attesti la posizione e che ricordi alla gente l’importanza che quel luogo ha assunto nel passato.
Marco Piccinni
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA:
-Andrano e Castiglione d’Otranto nella storia del sud Salento – Filippo G. Cerfeda, Salvatore Coppola, Luigi Moscatello (2004) – Pubbligraf